Introduzione
Le notizie trapelate sui telefoni Pixel di quest'anno hanno saturato la rete, perciò alla presentazione ufficiale il mondo internet ha risposto con un'alzata di spalle collettiva. Ma sapete che cosa non è trapelato? Quello che c'è all'interno! E c'è un solo modo di di scoprirlo: con uno smontaggio!
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Strumenti
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Normalmente siamo assolutamente per l'alta risoluzione, ma questo si preannncia come lo smontaggio più Pixelato di sempre. Vediamo le specifiche della nostra unità:
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Schermo OLED da 6,3 con risoluzione QHD+ 3040 x 1440 (537 ppi) e frequenza di refresh variabile fino a 90 Hz
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Processore octacore 64 bit Qualcomm Snapdragon 855, accoppiato a 6 GB di RAM LPDDR4X
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Doppia fotocamera posteriore con un modulo grandangolare da 12,2 MP ƒ/1.7 e uno teleobiettivo da 16 MP ƒ/2.4; selfie cam singola grandangolare 8 MP ƒ/2.0
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64 GB di memoria interna (128 GB in opzione)
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Classificazione di impermeabilità IP68
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Android 10 mobile OS
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Affiancare il nostro nuovo Pixel 4 XL color Oh So Orange con il 3 XL Clearly White dell'anno scorso ci porta a fare alcune osservazioni:
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Tra i cambiamenti più vistosi ci sono la perdita di una delle griglie frontali dell'altoparlante e del sensore impronte digitali dell'anno scorso. La nuova disposizione dell'altoparlante prevede ancora l'uso per la sonorità stereo, ma ora quello inferiore emette il suono dal fondo (come un iPhone) invece che verso la tua faccia.
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Anche il vassoio SIM è stato impacchettato e spostato, probabilmente per lasciare lo spazio alla citata nuova disposizione dell'altoparlante.
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Il notch del Pixel 3 si è evoluto in una cornice piena! Mentre chiunque altro nel mondo della telefonia cerca furiosamente di eliminare notch e cornici, l'approccio di Google sembra un po' più rilassato.
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Se non altro, ha fatto un buon uso dello spazio guadagnato: all'interno ha stipato l'hardware a infrarossi di riconoscimento facciale, una fotocamera frontale grandangolare e un nuovo "coso" radar.
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Se questo telefono fosse stato dotato di istruzioni per la riparazione, siamo sicuri che il primo passo sarebbe stato: "Applica del calore alla superficie segnata in arancione". E quindi procediamo così.
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L'adesivo sottostante è fortunatamente sottile, ma nonostante questo molto tenace. A questo punto, preferiamo qualunque cosa rispetto alla spessa porcheria appiccicosa dell'anno scorso.
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Sparito il sensore impronte digitali, ci auguriamo che il nostro taglio non incontri alcuna trappola esplosiva sotto forma di cavo flessibile; ahimè, un cavo perfino più corto connette la miscellanea presente sulla gobba della fotocamera posteriore: flash, microfono e il sensore spettrale e dello sfarfallio.
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Fortunatamente le bobine di ricarica wireless e NFC, che ora aderiscono al pannello posteriore grazie a un foglio di adesivo, utilizzano contatti a molla amici del riparatore.
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Può darsi che non ci servano tutte le nostre 112 punte per smontare questo Pixel; siamo comunque contenti di aver portato con noi il nostro Kit cacciaviti Manta! Peschiamo dal mucchio una punta Torx 3 e iniziamo a togliere viti.
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Di solito, ci piace tirare via la colla estensibile: è molto più amica del riparatore rispetto a colle e nastri adesivi. Ma bisogna tirare a un angolo molto basso per evitare di strapparle: buona fortuna se ci provi. Come nel 3 XL, può rendersi necessario rimuovere la scheda madre per avere abbastanza spazio, cosa che richiede dei passi in più.
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Sfruttando i benefici derivanti dall'esperienza, completiamo con grande cautela l'estrazione della batteria, usando dell'alcol isopropilico e una rispettosa azione di leva.
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Al di sotto, c'è una piccola ma pericolosa mina antiuomo in attesa dell'incauto che vorrebbe fare il riparatore: un delicato cavo flex Active Edge, in attesa di essere tagliato accidentalmente nel corso dell'estrazione della batteria.
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Dobbiamo occuparci di ben poche (?) staffe e schermature nella nostra strada per arrivare alla scheda madre, ma ne valeva la pena perché troviamo questi chip:
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6 GB di RAM LPDDR4X Micron stratificate sopra al processore Qualcomm Snapdragon 855
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64 GB di Universal Flash Storage SK hynix H28U72301CMR
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Una misteriosa RAM Samsung K4U4E3S4AF-HGCJ, con una grande "P" su di essa; l'ipotesi più accreditata è che si tratti del nuovo chip Pixel Neural Core, probabilmente nascosto giusto al di sotto
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Chip sicurezza Titan M Pixel H1C2M3
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Processore audio quad-core Knowles 8508A, che senza dubbio serve per supportare le nuove funzionalità sottotitolo e trascrizione.
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Murata SS9709025
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Avago AFEM-9106 (probabilmente un modulo front-end)
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Sul lato B troviamo:
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Modulo front-end per 5G Skyworks Sky5-8212-11
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Envelope tracker Qualcomm QET5100
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PMICs Qualcomm PM8150 e PM8150A
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Controller NFC STMicroelectronics ST54J
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Companion PMIC Maxim MAX77826
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XSPT6 SMC85201 Z
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35L36CWZ BOCW1909
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Siamo al lavoro per tracciare l'origine di questo chip. Nel frattempo, se ne sai più di noi, dacci una voce nei commenti!
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Il chip è etichettato:
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S4LV001A01 NGWF6YY5 1930
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Le fotocamere anteriori vengono fuori, unite per la vita. Sono chiaramente etichettate "wide" e "tele" sui cavi flex. Grazie, Google.
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Ecco il prossimo: i sensori disposti frontalmente, compresa la fotocamera anteriore da 8 MP e l'hardware
Face IDdi sblocco facciale (il sensore luce ambiente per ora rimane attaccato al display). -
L'hardware biometrico consiste di due fotocamere NIR (Near Infrared, Infrarosso Vicino) ben separate tra loro, di un illuminatore flood NIR e di un proiettore di punti NIR.
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Prossimo estratto è questo pezzo di… roba, che si rivela un insieme di altoparlante voce, microfono, sensore luce ambiente e del chip Soli, per interpretare i tuoi gesti usando il potere del radar.
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Google chiama 'Motion Sense'' questa implementazione del suo Project Soli.
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Benché la tecnologia radar sia usata da un bel po' di tempo e sembri abbastanza semplice sulla carta, non sappiamo bene come Google sia riuscita far stare l'intero sistema in un piccolo rettangolo uniforme senza parti mobili.
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Il chip Soli a quel punto studia le onde riflesse e analizza il reciproco distacco temporale, lo slittamento della frequenza e altri dati per capire le caratteristiche dell'oggetto che le ha riflesse: quanto è grande, a che velocità si sta muovendo, in quale direzione, ecc.
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Quindi Soli confronta i dati con il suo database di gesture note per determinare quale azione, se rilevata, deve essere eseguita nell'OS.
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TL;DR: il rettangolo magico conosce ogni tua mossa.
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Google ha regalato a questo Pixel uno schermo super uniforme da (qualche volta) 90 Hz; oggi una rarità, perfino tra gli smartphone al top dei top.
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Google ha voluto anche essere sicura che nessuno potesse rubarlo senza sforzo dal Pixel. Tenace adesivo perimetrale + strati dello schermo che arrivano letteralmente fino al bordo + un foglio adesivo gigante tipo nastro americano = schermo che non vuole venire fuori intatto.
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In teoria non c'è ragione di farlo: solo gli schermi rotti possono essere rimossi in questa maniera. Ma non è comunque una procedura divertente per sostituire uno schermo che si è rotto, avvenimento comunissimo.
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A bordo troviamo un gruppo chip piuttosto inaspettato della ST Microelectronics, probabilmente un controller del touchscreen capacitivo.
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Mentre lo schema costruttivo rimane (lasciandoci delusi) sul tema del "già visto" sul piano delle riparazioni, abbiamo individuato qualche chicca:
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Il chip Soli che gestisce il Motion Sense è disposto vicino all'altoparlante in cima al telefono ed è incredibilmente minuscolo, considerando la sua funzionalità.
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L'ipotesi che accreditiamo di più è che il core Pixel Neural sia stratificato al di sotto della memoria RAM dedicata di Samsung, il che significa che deve lavorare duro.
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Abbiamo trovato anche un nuovo processore audio Knowles; supponiamo sia un elemento fondamentale per realizzare tutte le caratteristiche di riconoscimento della voce effettuate a bordo del dispositivo.
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Samsung ha realizzato lo schermo capace di refresh a 90 Hz; su questa caratteristica, Pixel sembra mettere al tappeto tutti i telefoni Galaxy.
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Ma torniamo a quella sensazione di già visto: quale sarà il punteggio di questo telefono?
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IL Google Pixel 4 XL si guadagna un punteggio di 4 su 10 nella nostra scala di riparabilità (10 è il più facile da riparare).
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Le viti presenti sono tutte di tipo standard Torx T3.
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L'adesivo estensibile che fissa la batteria non è forse a prova di stupido, ma questa soluzione è comunque amica del riparatore.
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Le soluzioni a favore dell'impermeabilità complicano le riparazioni, ma ci si augura che almeno le rendano più rare.
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Le riparazioni dello schermo continuano a essere difficili e richiedono il completo smontaggio del telefono.
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Tutte le riparazioni richiedono di accedere attraverso il pannello posteriore testardamente incollato.
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La presenza contemporanea di pannelli anteriore e posteriore in vetro raddoppia la possibilità di danni in caso di caduta.
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40 commenti
Any indication of why WiFi 6 is not supported despite being supported by the CPU? Is it missing a chipsets or antenna configuration that other WiFi 6 compatible phones have (that use the same Snapdragon 855 processor)?
Mikecant -
The Murata WIFI chip in Step 5 does not support WIFI 6.
Ugly, not repairable, 2016-like specifications on a 2019 smartphone? Will NEVER buy for $1000
How does the FCC even allow this?
Lol - chill out buddy. And why would the FCC have anything to do with allowing a product to be released / priced / etc.? Unless you’re referring to the use of the Soli radar bands…
Matt J -
Remember all those phones from 2016 with 90 Hz refresh rates, radar, face unlock, e-sim.
So does the Pixel Neural Core chip, in fact, lie directly below the Samsung K4U4E3S4AF-HGCJ mystery RAM in a POP config?
If it is indeed the Neural Core, then yes! It would be a POP config.