Tossicità dell'ossigeno | |
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Specialità | medicina d'emergenza-urgenza |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-10 | T59.8 |
Eponimi | |
Paul Bert | |
La tossicità dell'ossigeno sul corpo umano, i cui sintomi emergono in caso di iperossiemia, è stata studiata a lungo dalla medicina iperbarica per via delle sue implicazioni sulle terapie iperbariche e sulle immersioni subacquee, specie ad alta profondità o con miscele respiratorie arricchite in ossigeno come il nitrox.
Storia

Il primo a descrivere la tossicità dell'ossigeno fu nel 1878 il fisiologo francese Paul Bert.[1][2] Infatti egli dimostrò che l'ossigeno ad alte concentrazioni è tossico per molte forme di vita.
Iperossiemia
L'iperossiemia è la concentrazione eccessiva di ossigeno nel sangue. L'esposizione prolungata all'ossigeno ad alte pressioni parziali è tossica e può provocare, a seconda della pressione e del tempo di esposizione, conseguenze a livello polmonare e neurologico.
Tossicità CNS
È detta "tossicità CNS" la tossicità dell'ossigeno sul sistema nervoso centrale (Central Nervous System). Gli effetti neurologici possono comprendere convulsioni, cecità e coma. Di solito non si presenta a meno che la pressione parziale dell'ossigeno non si avvicini o superi 1,6 bar.[3] Tuttavia questo tipo di tossicità può essere molto insidiosa per un operatore subacqueo per via delle improvvise convulsioni che scatena e che sott'acqua possono portare alla perdita dell'erogatore.[3]
La tossicità CNS viene anche chiamata "effetto Paul Bert".[4]
Tossicità polmonare
Gli effetti polmonari includono perdita di capacità e danni ai tessuti. Questo tipo di tossicità emerge solo nelle lunghe esposizioni che superano 1 bar di pressione parziale di ossigeno. Ad esempio oltre 240 minuti a 1,3 bar o 320 minuti a 1,1 bar di ppO2 (pressione parziale di ossigeno).[3]
Tollerabilità
L'organismo tollera abbastanza bene per tempi brevi di esposizione l'ossigeno a pressioni parziali fino 1,6 bar ed è per questo che le didattiche subacquee indicano valori simili o di poco inferiori come limite di esposizione massimo consigliato.
Tuttavia è stato dimostrato che esistono grandi differenze nella tolleranza individuale all'ossigeno iperbarico.[3] Inoltre si è osservato che alcuni fattori, primo fra tutti l'accumulo di anidride carbonica[3] (sforzi o malfunzionamenti del rebreather) e anche farmaci a base di efedrina o di pseudo-efedrine (alcuni decongestionanti) e altri fattori non ancora chiariti possono aumentare la sensibilità all'ossigeno e favorire l'insorgenza di sintomi.
Note
- ↑ Paul Bert, Barometric pressure: Researches in Experimental Physiology, Columbus, OH, College Book Company, 1943 [Pubblicato in francese nel 1878].
- ↑ British Sub-aqua Club, Sport diving : the British Sub-Aqua Club diving manual, London, Stanley Paul, 1985, pp. 110, ISBN 0-09-163831-3, OCLC 12807848.
- ↑ Patel, Dharmeshkumar N; Goel, Ashish; Agarwal, S.B.; Garg, Praveenkumar; Lakhani, Krishna K., Oxygen toxicity (PDF), in Journal, Indian Academy of Clinical Medicine, vol. 4, n. 3, 2003, pp. 234–7. URL consultato il 28 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2015).
Voci correlate
- Ossigeno
- Camera iperbarica
- Nitrox
- Trimix
- Autorespiratore ad ossigeno
- Rebreather
Altri progetti
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