Si definisce iperventilazione quella condizione di frequenti atti respiratori in serie che portano ad una riduzione notevole dell'anidride carbonica nel sangue.

Patogenesi

Dal punto di vista della durata dell'apnea, l'aumento dell'ossigeno dato dall'aumento della ventilazione, seppur irrisorio, potrebbe sembrare avere effetti positivi; in realtà, la diminuzione della concentrazione di anidride carbonica porta a non avvertire la "fame d'aria", dato che è proprio la quantità di questo composto che informa il sistema nervoso centrale riguardo alla necessità di respirare.

Ritardando quindi lo stimolo ventilatorio, l'ossigeno presente può così scendere a valori troppo bassi, provocando una sincope ipossica.

Clinica

Fra i segni e sintomi si riscontrano:

  • Respiro troppo rapido e superficiale, non profondo;
  • Possibile dolore toracico o altri sintomi simili all'attacco cardiaco;
  • Possibile sensazione di formicolio alle estremità superiori e crampi alle dita;
  • Agitazione.
  • Possibile giramento di testa.

Applicazioni utili

In passato, l'iperventilazione era una tecnica molto usata dai grandi dell'apnea; ora invece si preferisce ricorrere a nuove tecniche di ventilazione e rilassamento, come la respirazione prāṇāyāma.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • (EN) Iperventilazione, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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