Questo testo è incompleto.
Lo scaricabbarili der Governo Li frati (1845)
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1845

. . . . . . . . . . . . . .

     Come va, Geremia? — Sempre l’istesso. —
Ma inzomma che ccos’hai? cosa te senti? —
Cos’ho? Er dolor de stommico: e accidenti
si nun vorrebbe cascà mmorto adesso. —

     Eppoi nun z’ha da dì cquanto sei fesso!
È da un mese mommó che tte lamenti
e invesce de pijjà medicamenti
t’ubbriachi oggni giorno un po’ più spesso. —

     Gnente: er vino dà fforza. Der restante,
nun zarò ppoi né er primo né er ziconno
c’abbi l’ammalatie: ce ne sò ttanti! —

     Sì, mma se ponno arimedià, sse ponno.
Tu ddàmme retta: un bon rammaricante,
e vvederai si tt’arimetti ar monno.

29 gennaio 1845

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.