< Addio (Neera)
Questo testo è stato riletto e controllato.
Neera - Addio! (1897)
Prefazione
Addio (Neera) Prefazione alla seconda edizione

PREFAZIONE

La morale! la morale! — bella parola, bellissima cosa; ma ditemi, di grazia, che cosa intendete per morale?

Scommetto che la mia è diversa dalla vostra, e quella del mio vicino anche.

La morale, una ed immutabile nell’ordine perfetto della natura, prende forme e significati diversi, quando passa per il lambicco dell’umano cervello, quando l’orgoglio e l’ipocrisia se ne fanno spacciatori.

La morale di un popolo non somiglia a quella di un altro. Una religione è morale affermando un principio, e nuove religioni cercano la moralità nel negarlo.

Ci capite qualche cosa? Io no — ma penso che la morale dev’essere giustizia, e a questo modo trovo la via netta e chiara.

Nel succedersi delle leggi e dei costumi noi abbiamo visto la donna adultera condannata a morte, e la vediamo libera e impunita regnare nel disonorato talamo.

Dov’è la giustizia? Essa si trova certamente fra i due estremi.

L’umanità fa grazia della vita, ma la morale reclama il castigo.

Ecco il mio tema. Tema contrario a quella riabilitazione tanto di moda, che pareggia la donna pentita alla donna pura. Il perdono assolve, non muta il passato.

Dedico questo libro alle donne oneste.

Neera.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.