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Meditazione
I - XXII I - XXIV

MEDITAZIONE

I.


     Nella valle giudea di Giosafatte,
nel dì che nuda mostrerem la pelle,
vescovi (che bellezza!) e pecorelle,
4vecchie fetenti e giovani ben fatte,

     in quel rimescolio di tante schiatte
diverse di colori e di favelle
se Dio n’aiuti, ne vedrem di quelle
8da restar con le ciglia esterrefatte!

     Come? Il vivo color di quella faccia
ci parve giovinezza e fu pittura?
11Come? Il tumido sen fu carta straccia?

Come? Colui che già facea paura
scagliando l’anatema e la minaccia,
14era fatto con questa architettura?



II.


     E peggio poi sarà quando vedremo
non solo ignuda la mortal carogna,
ma l’anima salir come alla gogna
senza l’ipocrisia d’un velo estremo,

     e dolorosa innanzi a noi l’udremo
intera confessar la sua vergogna
scoprendoci il mister della menzogna
ch’ebbe l’impero e meritava il remo.

     Oh, sciagurato allor chi la mercede
numerò del peccato e fu convinto
che ben s’acquista in vendicar la Fede!

     Oh, nel giorno tremendo e nel recinto
della valle fatai, per chi ci crede,
misero il vincitor, beato il vinto!



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