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Testamento
II - LXXV II - LXXVII

TESTAMENTO


     Quando morrò, lungo la terra mossa
non piantate il cipresso e la mortella;
io la mia tomba non la voglio bella,
4ma giovevole altrui più che si possa.

     A che servono i fior sopra la fossa
se l’alito d’april non rinnovella
le membra, il cor, la vita e le cervella,
8vestito un giorno ed anima dell’ossa?

     Piantateci una vite! Il suo giocondo,
il suo celeste grappolo spremuto,
11diverrà vino ghiotto e rubicondo,

     e così, benchè morto, in mio tributo
ai vivi pagherò, rendendo al mondo
14qualche goccia del vin che gli ho bevuto.



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