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quando l' amico mio
FELICE CAVALLOTTI
fu scannato
Caussa mali tanti....
Virg. æn. xi, 480.
Ed or che in bocca la civil rampogna
il ferro ti recide,
Verre, beato nella sua vergogna,
4Verre, il ribaldo, ride
e tripudia dicendo: — «In tuo malanno,
«lingua troppo sincera,
«ora i complici miei m’assolveranno
8«e non andrò in galera;
«anzi, grazie all’eroe che t’ha mandato
«finalmente all’inferno
«la bigamia, le corna e il peculato
12«torneranno al governo!»
Verre, t’inganni! Nel mortal duello
non fu tua la vittoria.
Con un colpo di spada o di coltello
16non si uccide la Storia:
Doma dallo scudiscio e dallo sprone
l’Italia è cieca e sorda,
ma il sangue che grondò per tua cagione
20la Storia lo ricorda
ed ella sa che il labbro tuo sorrise
gustando la vendetta,
ella sa che la rea punta che uccise
24sei tu che l’hai diretta.
Fuma di sangue la Sicilia, prima
sempre alla gloria e al lutto,
il sangue giovenil d’Abba Carima
28non è per anche asciutto
ed ecco sangue ancora è scaturito
dall’opre tue furtive;
ma la storia in quel sangue intinge il dito
32apre il suo libro e scrive.
Scrive — «L’uno a virtù volse l’intento,
«l’altro fu disonesto» —
Scrive — «Quegli lottò fin che fu spento
36«e chi l’uccise è questo!» —
Or va! — Superbo, com’è tuo costume,
Verre, sorriderai,
ma la scritta di sangue in quel volume
40non si cancella mai!