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Atto quinto - Scena II Atto quinto - Scena IV


SCENA TERZA.

Egisto, Agaménnone dentro.


Egisto.

ESci, o Tieste, dal profondo Averno,
Esci; or n’è tempo: in questa Reggia or mostra
L’orribil’ombra tua: largo convito,
Godi, or di sangue ti s’appresta; al figlio 135
Del tuo infame nemico ignudo pende
Già già l’acciar sul cor; già già si vibra;
Perfida moglie il vibra: ella il dovea,
Non io: più dolce a te fia la vendetta,
Quanto è maggiore a compierla il delitto... 140
Meco l’orecchie attentamente porgi

A quanto entro si fa; securo statti,
Che amor, timore a necessario fallo
Menan la iniqua donna.


Agaménnone.

Oh tradimento!...
Tu, Sposa, tu?... Mi moro!... oh tradimento!... 145


Egisto.

Muori, sì, muori: e tu raddoppia i colpi;
Ferisci, uccidi; entro quel cor nascondi
Tutto il pugnal. Quel sangue infame tutto
Versalo tu: bagnar voleasi il crudo
Nel sangue nostro.


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