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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Eustachio Manfredi
VIII1
Ahimè, ch’io sento il suon delle catene,
E fischiar odo la tempesta atroce
De’ feri colpi, e la sanguigna Croce
Alzarsi, ove Gesù languisce e sviene!
5Ahimè, che il cor mi manca, e non sostiene
Così nuovo spettacolo feroce!
O frena il suon di sì pietosa voce,
Od ella alquanto di sue forze affrene.
Ma qual dolcezza a poco a poco io sento
10Nascermi in petto, ch’ogni duol discaccia,
E di pace mi colma e di contento!
Duro mio cor, perchè pregar, ch’ei taccia?
Se col duolo ti guida al pentimento,
Parli, finchè ti rompa e ti disfaccia.
- ↑ Al Padre Campana Domenicano Predicatore nella Chiesa del suo Ordine in Forlì anno 1711.
Note
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