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Publio Terenzio Afro - Andria (II secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Luisa Bergalli (1735)
Dedica a Cecilia Contarini Memo
Andria A' Lettori


A SVA ECCELLENZA LA SIGNORA CECILIA CONTARINI MEMO

EGli è ben tempo, ch’ io dia effetto, Eccellenza, al molto desiderio, che ho sempre nell’ animo tenuto, di darvi qualche segno dell’ alta stima, che io fo di voi, e della particolar venerazione, in che io v’ ho; e ciò sia col dedicarvi questa mia traduzione della prima Commedia di Terenzio da me riveduta, e corretta.

Io poteva, non ha dubbio, adempiere prima d’ ora questo mio ardente volere; ma la resistenza, che in ciò feci a me stessa, vien pure ad esservi prova del sommo rispetto mio; il che sono per dimostrarvi, se avrò tanta forza di parole, quanta ho ragione. Io mi son data da qualche tempo a tradurre, come sapete, le Commedie di Terenzio; e per qual fine pienamente non saprei dirvi, se non forse per seguire una certa mia natural inclinazione, che mi vuole impiegata in qualche Letteraria fatica. Ma come, la Dio mercè, tanto non mi accieca questo diletto, che agevolmente io mi appaghi delle Opere mie; così prodotte ch’io l’ abbia, altro per lo più non ci ritrovo per me di bene, che il solo piacere da me provato in comporle; e conoscendole immeritevoli di essere altrui presentate; o al Pubblico non ne fo parte, o con mia penq e con mio rossore lo fo: sicchè a voi, che tanto pregio, ed onoro non ho mai saputo dispormi a presentarne una con questa mia ragionevole prevenzione, e mio mal concetto delle stesse mie cose. Ma esibendovela finalmente parrà forse, ch’ io questa fiata presuponga di dar in luce una perfetta, e di Voi degna composizione; la qual cosa in effetto non è vera. Credo bene di aver posta in opera ogni possibile attenzione, perchè la Commedia in miglior sia ridotta, ch’ ella non era; il che non poteva io fare, se non per via di tempo, che forse troppo giovane, e troppo inesperta a simile impresa io da prima mi son messa. Ora mi basti dunque, o Eccellenza, questo mio credere per difesa del mio ardire, e per chiedervene grazioso compatimento; ed oh, che voi forse col generoso animo oltreppassate la mia domanda, e non che ad avermi compatimento, ad aggradirmi, ed a proteggermi siete pronta. Così a me fosse dato di corrispondere alla vostra gentilezza; e non perchè abbiate voi delle mie lodi bisogno; ma potessi per mia consolazione favellare del vostro cospicuo Sangue, del pellegrino talento, e degli studj più ardui, di che siete capace, e perchè tra l’ altre andate distinta: ed a ragione mi dolgo, che essendo voi di singolari pregi dotata, non si possa per me di singolari, e leggiadre parole farvi corona. Essendomi però tolto di ragionar degnamente di voi; mal mi contento di dirno poco; sicchè baciandovi la mano, nella vostra stimatissima grazia mi raccomando, e mi rassegno.

Di V. E.

Umiliss. Devotiss. Obblig. Serva
Luisa Bergalli.

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