< Andromaca (Euripide - Romagnoli)
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Euripide - Andromaca (420 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1931)
Primo stasimo
Primo episodio Secondo episodio

coro

Strofe I

Certo di mali grandi fu origine, quando
giunse il figlio di Giove e di Maia
dell’Ida ai valloni, guidando
i tre puledri del cocchio bellissimo,
su cui le Dive, e, amara,
per la loro beltà giungea la gara.
E vennero a le stalle
del bifolco, al garzon, che solitaria
vita vivea ne la deserta valle.

Antistrofe I

Giunsero esse ai valloni chiomati di fronde,
e le fulgide membra detersero
dei rivoli alpestri nell’onde.
E di Príamo al figlio innanzi vennero,
l’una rissando l’altra.
Cípride vinse con parola scaltra,
con lusinghe di gioia,
che poi dei Frigi la città sconvolsero
amaramente, e i muri alti di Troia.


Strofe II

Deh, se colei che diede a luce Pàride,
scaraventato al suol, dietro i proprî òmeri
lo avesse, pria che su le balze d'Ida
egli abitasse, allor che presso al lauro
le fatidiche grida
levò Cassandra, ch’ei fatal di Príamo
alla magion sarebbe, e l'uccidessero.
A qual degli anzïani ella non mosse,
chi non pregò, che il bimbo ucciso fosse?

Antistrofe II

Piombato non sarebbe allor su Troia
il servil giogo, e nella casa, o misera
donna, tu di padroni or non saresti.
E sarebbe rimasta Ellade libera
dai travagli funesti
onde per dieci lunghi anni sotto Ilio,
errando in arme, i giovani patirono.
Né i talami rimasti orbi di sposi
sarebbero, e di figli i vecchi annosi.

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