< Andromaca (Euripide - Romagnoli)
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Euripide - Andromaca (420 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1931)
Terzo stasimo
Terzo episodio Quarto episodio

coro

Strofe I

Nascer non giova; oppur, nascere nobile,
e di case opulente esser partecipe.
Ché, quando alcun rovescio minaccia, mai penuria
non hain d’aiuto, i príncipi.
E quanti hanno preconio di famose progenie,
gloria ed onor conseguono.
Il tempo, le reliquie
non distrugge dei grandi; e un cuor magnanimo
sin tra i defunti sfolgora.

Antistrofe I

Meglio, quand’onta arrechi, la vittoria
perdere, pria che con sopruso ed odio
vïolare giustizia: dolcezza momentanea
dà questo all’uomo; e sterile
poi si scopre, e alle case procura vituperio.
Questa norma del vivere
io lodo e seguo; mai nelle famiglie,
mai potere in città bramo ch’esòrbiti
dal confin di giustizia.


Epodo

O figlio annoso d’Èaco,
ben so che coi Lapíti e coi Centauri
già t’azzuffasti, in lotta celeberrima,
e l’acque, su la nave Argo, del pelago
inòspite solcasti, in mezzo al cerulo
cozzo de le Simplègadi1,
nella gesta navale; e allor che il valido
figlio di Giove, cinse di sterminio
prima la zona d’Ilio,
quando in Europa si tornò, partecipe
fosti della sua gloria.

  1. [p. 312 modifica]Le Simplegadi erano due grandi rocce all’ingresso del Bosforo, le quali, vedute di sbieco, sembravano unite l’una all’altra: donde il loro nome.

Note

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