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LX.
La Hoz entra in Recanati.
Nel giorno 3 di agosto del 1799 sulle ore 21 il generale La Hoz seguito da quattro o cinque a cavallo, entrò di gran galoppo in Recanati, e raggiratosi come un fulmine nell’interno e nell’esterno della città tornò a riunirsi con la sua truppa sulla strada di Macerata. Fra non molto rientrò alla testa di tutta la truppa, che ci sorprese con la sua disciplina, e col suo silenzio pari a quello di un corpo di Capuccini. Erano circa duemila uomini, quaranta cavalli, sei cannoni, e qualche cariaggio, e tutti andarono ad accampare a mezza via di Loreto sul terreno del Santuario coltivato da un certo Palpa. Il contegno di quella gente ci rassicurò, e infuse un rispetto grandissimo verso il Generale che aveva saputo inspirarlo in tanti pochi giorni. Nella sera istessa un soldato infelice che rubbò una camicia nel campo, venne condannato a morire fra due ore, e tentatosi vanamente ogni modo per ottenergli grazia, morì archibugiato confortandolo il Padre Marini sunnominato. Quest’atto di severità e la disciplina delle truppe, e il tuono grave e sostenuto del Generale, imposero tanto che egli fu in un momento il Padrone assoluto della Provincia. Nè solamente il contegno di La Hoz impose a noi, ma impose ancora ai Francesi, i quali calcolando male il valore delle sue forze, si lasciarono chiudere in Ancona. È vero che si unirono a La Hoz li così detti generali Vanni, Marsilj, Cellini, Sciabolone, Scatasta ed altri con le bande rispettive, ma questi Generali, e le bande loro e le truppe istesse di La Hoz valevano quanto un’armata di burattini, e sarebbero tutti fuggiti sicuramente all’aspetto di un battaglione di Francesi, i quali erano tuttavia nel numero di tremila all’incirca. Senonchè il generale Mounnier avrà considerato che gli insurgenti comunque battuti ripullulavano sempre, e che lo scaramucciare frequentemente avrebbe minorata di troppo la gente sua, e la avrebbe lasciata incapace di sostenere un assedio contro una truppa regolare la quale venisse a stringerla.