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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pietro Metastasio
III1
Ben lo diss’io, che da feconda stella
Scendeva, illustri Sposi, il vostro amore:
Non parla in van col suo presago ardore
Qualor ne’ labbri miei Febo favella.
5Ecco la prole avventurosa e bella,
Che la madre imitando e ’l genitore,
Porta nel volto, e chiuderà nel cuore
L’ardir di questo, e la beltà di quella.
Già l’Italia d’Eroi nutrice e madre
10La finge adulta, e in marzial periglio
Pugnarla vede, e regolar le squadre;
Nè sa dir, se con l’armi e col consiglio
Doni più gloria a sì gran figlio il padre,
O più ne renda a sì gran padre il figlio.
- ↑ Per il primo parto della Principessa di Belmonte.
Note
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