< Caccia e Rime (Boccaccio) < Appendice
Questo testo è stato riletto e controllato.
1. Istanca e scalza, con le treze avolte
Appendice Appendice - 2

Istanca e scalza, con le treze avolte,
     E d’uno scoglio in altro trapassando,
     Conche marine da quelli spiccando,
     Giva la donna mia con altre molte1.
     E l’onde, quasi in sé tutte racolte,5
     Con picciol moto i bianchi pié bagnando,
     Inanzi si spingevan mormorando
     E ritraensi iterando le volte2.
E se tal volta, forse di bagnarsi
     Temendo, i vestimenti in su tirava3,10

     Sì ch’io vedea più della gamba schiuso,
     O quali avria veduto allora farsi,
     Chi rimirato avesse dov’io stava,
     Gli occhi mia vaghi di mirar più suso!

  1. Era uno dei passatempi della vita balneare di Baia. La Fiammetta così ne parla nel romanzo che da lei s’intitola: ‘Risalite sopra le barche, subitamente or qua et or colà n’andavamo, et in alcuna parte cosa carissima agli occhi de’ giovani n’appariva: ciò era vaghissime giovani in giubbe di zendado, spogliate, scalze et isbracciate nell’acque andanti, e dalle dure pietre levanti le marine conche, et a cotale ufficio abbassandosi sovente le nascose delizie dell’uberifero petto mostravano’ (cap. V).
  2. «Ripetendo il movimento.»
  3. La donna del poeta.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.