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XXIII. Questo amoroso fuoco è sì soave
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XXIII.


Questo amoroso fuoco è sì soave,
     Che tuttora ardo e parmi crescer vita;
     Ma vedo ben che, se ’l ciel non m’aita,
     Rotta è fra duro scoglio la mia nave.
     Tal mi tien chiuso sotto a mille chiave,5
     Che, con sua faccia angelica e polita,
     Or pena eterna or dolceza infinita
     Mi mostra, or m’asicura ora mi spave.
Così, del mio fin dubio, ardendo spero
     Nel fuoco rinovar come fenice,10

     E questo d’ogni doglia è medicina.
     Né posso, a mio giudicio, dir con vero1
     Che per cosa terrena esser felice
     Io cerchi, ma d’effigie alta e divina.

  1. «Con verità.»


Note

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