Questo testo è stato riletto e controllato.
Fosti di pianto, e del mio pianto umore Dimmi, bella guerrera, ond'è che porte
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi


ix

il velo della sua donna

     Candido vel, ch’al piú leggiadro oggetto
ch’abbian quest’occhi t’attraversi e spieghi,
e di madonna ingiurioso leghi
l’òr crespo e celi il terso avorio e schietto;
     perché del biondo crin, del bianco petto
il vago lume ai vaghi lumi neghi,
e di onesto desio sprezzando i preghi,
copri a lei la bellezza, a me ’l diletto?
     Se quindi, di mia gioia invido e scarso,
non ti rimove Amor, tosto cadrai
da’ miei sospiri incenerito ed arso.
     Vienne, ed asciuga il mio gran pianto omai;
sí poi, sicuro, di quest’acque sparso,
tra le mie fiamme e tra’ suoi raggi andrai.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.