< Canti (1835)
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XIV. Alla luna
La sera del dì di festa Il sogno


O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Venia pieno d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
5Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
10O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l’etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Il sovvenir delle passate cose,
Ancor che triste, e ancor che il pianto duri.

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