< Canti carnascialeschi (Machiavelli)
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Di uomini che vendono le pine
De' romiti De' ciurmadori



CANTO


D’UOMINI CHE VENDONO LE PINE.


A Queste Pine, c’hanno bei pinocchi,
     Che si stiaccian con man, come son tocchi.
La Pina, donne, infra le frutta è sola,
     Che non teme nè acqua, nè gragnuola:
     5E che direte voi, che dal Pin cola
     Un liquor, ch’ugne tutti questi nocchi?
Noi sagliam su pe’ nostri Pin, che n’hanno
     Le donne sotto a ricevere stanno;
     Talvolta quattro, o sei ne cascheranno:
     10Dunque bifogna al Pin sempr’aver gli occhi.
Chi dice: coi di qua, marito mio;
     L’altra: i vo’ questo, e quell’altro disio;
     Se si risponde: fai sul Pin, com’io,
     Le ci volgon le rene, e famci bocchi.

15E’ dicon, che le Pin non son granate,
     E però, quando voi ne comperate,
     Per mano un pezzo ve le rimenate,
     Che qualche frappator non v’infinocchi.
Queste son sode, grosse, e molto belle,
     20A chi non ha moneta donerelle:
     Se ve ne piace, venite per elle,
     Che’l fatto non consiste in due bajocchi.
È la fatica vostra lo stiacciare,
     Perch’il Pinocchio vorrebbe schizzare;
     25Bisogna averlo stretto, e martellare,
     Poi non abbiam pensier, che ce l’accocchi.

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