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Brivido antico
I. Fantasie - I lavini di Marco I. Fantasie - Le rusalche

BRIVIDO ANTICO


Non sempre a l’erme città funeree
la sua dimora solenne e forte
visibilmente tra’ marmi rigidi
ferma la morte;4

o dentro il breve quadrato accogliesi
del pio campestre cimiterietto,
dov'è il riposo vero de gli umili
e benedetto.8


Ma in mezzo a l’opre sonanti, tenue
nel vel de l’ombre, talor s’aggira;
beve la luce, la nostra vivida
aria respira.12

Fuori nel sole nereggian gli alberi,
le dolci cure l’animo oblia,
ne’ visi noti qualcosa straniasi,
non so che sia.16

Quando la sera le piazze affollansi,
sentir sepolte d’antica gente
l’ossa scricchianti là sotto il lastrico
mi viene in mente;20

e il focolare de’ cavernicoli,
che, un tetto e un seggio di pietra aggiunto,
teneanvi assiso, seco a convivere,
il lor defunto;24


e l’ardua tomba de le Piramidi,
possenti come l’eterno Incerto
a dominare, fiaccando i secoli,
cielo e deserto.28

Paga del sonno, tra le necropoli
si spaziava, regal signora;
familiare sedea con gli uomini
la morte allora.32

Oggi l’esilio fuggendo e il lugubre
regno bugiardo de’ suoi recinti,
con la carezza del sol, de l’aure
ci tiene avvinti.36

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