< Catullo e Lesbia < Traduzione < Parte seconda. Intima lotta ed aperti disdegni
Questo testo è completo.
Traduzione - 14. A Lesbia - XLII Ad Lesbiam
Traduzione - 13. - XCII Traduzione - 15. A Lesbia - CVII Ad Lesbiam

[XLII]

AD LESBIAM


Adeste, hendecasyllabi, quot estis
Omnes, undique, quotquot estis omnes.
Jocum me pudat esse moecha turpis
Et negat mihi vestra reddituram
5Pugillaria
, si pati potestis.
Persequamur eam et reflagitemus,
Quæ sit, quæritis? illa quam videtis
Turpe incedere mimice ac moleste,
Ridentem catuli ore gallicani.
10Circumsistite eam, et reflagitate:
Moecha putida, redde codicillos,
Redde, putida moecha, codicillos.
Non assis facis, o lutum, lupanar
Aut si perditius potest quid esse?
15Sed non est tamen hoc satis putandum.
Quod si non aliud potest, ruborem
Ferreo canis exprimamus ore,
Conclamate iterum altiore voce:

Moecha putida, redde codicillos.
20Redde, putida moecha, codicillos.
Sed nil proficimus, nihil movetur.
Mutanda est ratio modusque vobis,
Si quid proficere amplius potestis:
Pudica, et proba, redde codicillos.




14.

A LESBIA.


Qua, qua, terribili giambi, accorrete
     Quantunque in numero, dovunque siete.
Son io si debole, così dappoco
     4Che una vil femmina mi prenda a gioco?
Stolta! nè rendermi vorrà più mai
     Le dolci lettere ch’io le mandai?
Su, giambi, diamole caccia e rovello;
     8Senta il terribile vostro flagello!
Chi sia, chiedetemi? Ecco, a la prima
     L’accusa il ritmico passo di mima,
E il ghigno stupido, ch’esosa e sciocca,
     12Pari a can gallico, tien su la bocca.
Su, i vostri fulmini, giambi vibrate,
     E a la vil femmina così gridate:
O tu che traffichi te stessa e vendi,
     16O sozza adultera, quei fogli rendi!
Non cavi un misero asse bacato,
     Feccia, postribolo, dal tuo mercato?
Ma che! gli asprissimi vostri furori
     20Son per tal femmina carezze e fiori.
Pur, se alcun picciolo rossor rimane
     Sopra a quel ferreo ceffo di cane.
Con voce altissima, concorde e fiera
     24Gridate, o giambici, da mane a sera:

<section end="it14">

O tu che traffichi te stessa e vendi,
     O sozza adultera, quei fogli rendi!
Non ode? immobile resta il suo core?
     28O fieri giambici, mutiam tenore.
Con piglio amabile, con voce mite,
     S’è pur giovevole, così le dite:
Proba, onestissima, gentil, verace,
     32Rendi le lettere, se pur ti piace!



Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.