< Che cosa è l'arte?
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Lev Tolstoj - Che cosa è l'arte? (1897)
Traduzione dal russo di Anonimo (1904)
Possibilità di un rinnovamento artistico
XVI XVIII

capitolo XVII.


Possibilità d’un rinnovamento artistico.


Lo stato di menzogna, in cui è caduta l’arte della nostra società, deriva da questo: che gli uomini delle classi superiori si sono messi a vivere senza alcuna fede, sforzandosi di sostituire alla fede mancante, gli uni l’ipocrisia, al punto da dichiarare che credono ancora alle forme della loro religione, gli altri un’audace professione della loro incredulità, altri ancora uno scetticismo raffinato, altri un ritorno all’adorazione dei Greci per la bellezza. Ma con qualunque mezzo questi uomini si sforzino di mantenere e di giustificare i loro privilegi, cioè la separazione della loro classe delle altre, sono costretti per amore o per forza di riconoscere che da tutte le parti intorno a loro, consciamente e inconsciamente, la verità si fa strada, quella verità cristiana che consiste a non concepire la felicità degli uomini che nell’unione e nella fratellanza.

Inconsciamente, questa verità si fa strada coll’aprirsi di nuove vie di comunicazione, il telegrafo, il telefono, la stampa, tutte invenzioni che tendono sempre più a stringere tra di loro tutti gli uomini; coscientemente, si manifesta collo scomparire delle superstizioni che separavano gli uomini, coll’espressione della fratellanza ideale, e anche con le poche opere d’arte del nostro tempo che sono buone e vere.

L’arte è un organo morale della vita umana, e, come tale, non può essere intieramente distrutta. Quindi, nonostante tutti gli sforzi degli uomini delle classi superiori per nasconderci l’ideale religioso di cui vive l’umanità, questo ideale si fa sempre più chiaro per gli uomini, e trova sempre più spesso l’occasione d’esprimersi, anche in mezzo alla nostra società pervertita, tanto nella scienza quanto nell’arte. Infatti l’arte stessa comincia a distinguere il vero ideale del nostro tempo e a dirigersi verso di esso. Da una parte, le opere migliori degli artisti contemporanei esprimono dei sentimenti d’unione e di fraternità fra gli uomini (per esempio gli scritti di Carlo Dickens, di Vittor Hugo, di Dostoievsky, i quadri dei Millet, di Bastien-Lepage, di Jules Breton e di altri); d’altra parte ci sono oggidì degli artisti che cercano d’esprimere dei sentimenti più generali, più universali che sia possibile. Il numero di questi artisti è ancora ristretto, ma sembra che si cominci a intendere la loro utilità. Debbo aggiungere che, in questi ultimi tempi, si sono moltiplicati i tentativi d’imprese artistiche popolari, edizioni di libri, concerti, teatri, musei, ecc. Tutto ciò è ancora molto lontano da quello che dovrebbe essere; ma si può già discernere la direzione che prenderà l’arte per rimettersi nella via che le appartiene.

La coscienza religiosa del nostro tempo s’è notevolmente rischiarata; e oramai basterebbe agli uomini ripudiare la falsa teoria della bellezza, che ravvisa nel piacere il solo oggetto dell’arte, perchè tosto questa coscienza religiosa possa prendere liberamente in mano la condotta dell’arte.

E il giorno in cui la coscienza religiosa, che già comincia a dirigere inconsciamente la vita degli uomini, sarà riconosciuta da essi con tutta consapevolezza, si vedrà subito scomparire spontaneamente la separazione dell’arte in arte delle classi inferiori e delle classi superiori. Allora non ci sarà più che un’arte sola comune a tutti, fraterna, universale. E il giorno in cui l’arte sarà universale, — cessando d’essere ciò che è stata in questi ultimi tempi, un mezzo di abbrutimento e di depravazione per gli uomini, — diventerà ciò che era daprincipio, e ciò che dovrebbe essere sempre: un mezzo di perfezionamento per l’umanità, che l’aiuterà a effettuare nel mondo l’amore, l’unione e la felicità.


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