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Atto quinto - Scena terza Atto quinto - Scena quinta


Cleandro, Sofronia, Eustachio

Cleandro
Tu hai udito come el vecchio n’è ito chiuso in casa; e debbe averne tocco una rimesta da Sofronia. E’ par tutto umile! Accostianci a lei, per intendere la cosa. Dio vi salvi, mia madre! Che dice Nicomaco?
Sofronia
È tutto scorbacchiato, il povero uomo! Pargli essere vituperato; hammi dato il foglio bianco, e vuole ch’io governi per lo avvenire a mio senno ogni cosa.
Eustachio
E’ l’andrà bene! Io doverrò avere Clizia!
Cleandro
Adagio un poco! E’ non è boccone da te.
Eustachio
Oh, questa è bella! Ora, che io credetti avere vinto, ed io arò perduto, come Pirro?
Sofronia
Né tu, né Pirro l’avete avere, né tu, Cleandro, perché io voglio che la stia così.
Cleandro
Fate almeno che la torni a casa, acciò ch’io non sia privo di vederla.
Sofronia
La vi tornerà, e non vi tornerà, come mi parrà. Andianne noi a rassettare la casa; e tu, Cleandro, guarda, se tu vedi Damone, perché gli è bene parlargli, per rimanere come s’abbia a ricoprire il caso seguito.
Cleandro
Io sono mal contento.
Sofronia
Tu ti contenterai un’altra volta.
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