< Confessioni d'un scettico
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XVIII XX


XIX.


7 Maggio 18....


Io son, come vedi, scettico, giacchè non iscorgo nei fenomeni che le relazioni dell’essere il qual migra di moto in moto ascendendo ad una forma più alta di sè stesso. L’infinito vivente è una somma di relazioni che si rivelano eternamente nel moto e per il moto. Una causa prima dell’universo è un mito della ragione la quale s’arresta davanti alle origini, e circoscrive le leggi cosmiche nell’esperienza d’un punto.

Chi m’assecura che le origini delle cose sieno eternamente sepolte all’esperienza scientifica? perchè collocarmi in faccia allo spirito dubitante le colonne d’Ercole dell’impotenza? perchè divellermi dall’infinito di cui son parte e lasciarmi così disperato sulla via dolorosa del vero? perchè mi dite: l’abisso è là s’io non posso affacciarmivi? perchè rifiutarmi le chiavi che mel dischiudono gittandole giù nell’arcane profondità d’un mar senza porti? a che la scienza se con essa non m’è dato d’entrare nel reale qual’è? a che le leggi fisiche, chimiche, biologiche, storiche, s’io non ne so nè l’origine ne l’efficacia nè il limite? a che recidermi Dio dalle cose quando mi relegate al di là una causa sconosciuta ed impervia? voi non togliete via il sovranaturale ma lo spostate nelle origini! dichiarate di non sapere nulla sui più alti problemi della vita: ed allora su che si fonda il nuovo concetto della natura se non ne affermate le leggi immanenti ed eterne? ciò ch’è vero del nostro sistema solare perchè non sarà vero dell’universo? ciò che è vero dell’atomo perchè non sarà vero dell’infinito? perchè la legge dovrà scindersi secondo i diversi sistemi del mondo e non continuarsi colla stessa efficacia meccanica per tutte le vie dell’essere?

Se la vita è una perchè le leggi che governano il nostro mondo dovrebbero cangiarsi in un altro? se lo spettróscopo ci manifesta l’unità fisica e chimica dei corpi celesti fino ai quali si distende, perchè non si potrà dedurne l’identità delle leggi meccaniche anche la dov’oggi non è arrivato ma dove arriverà senza dubbio domani? Voi m’arrestate ai fatti conosciuti e certi dichiarando impossibile un di là da essi; ma come non v’accorgete che quel di là s’accorcia ad ogni nuova scoperta scientifica, e che quelle specie stabili che accettate come un gran fatto ignoto alla ragione incominciano a dissiparsi, rivelandovi un mondo nuovo ed immenso? Oh! sono le origini appunto che ci è d’uopo d’interrogare altrimenti che sappiamo sulle cose? sono le origini che ci aprono i loro segreti e le più grandi conquiste scientifiche sono appunto conquiste d’origini. Perchè dopo abbattuti i gioghi impossibili della fede riedificheremo un nuovo giogo della ragione? perchè l’impotenza scientifica diventerà un dogma?

Non lo credo per la dignità del genere umano. Se qualche nuovo Iddio ci chiuderà le soglie olimpiche del vero, noi le sforzeremo un’altra volta; noi ruberemo la fiaccola recandola traverso i secoli ad illuminare le intelligenze redente.

La sfinge ci si pianta ancora d’innanzi colle sue interrogazioni superbe; ma l’Edipo scientifico la vincerà presto o tardi obbligandola a gittarsi dalla montagna tragica. Addio.



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