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Gennaio - Speranza
Gennaio - La madre di Franti Febbraio


SPERANZA

29, domenica

Bello, Enrico, lo slancio con cui ti sei gettato sul cuore di tua madre tornando dalla scuola di religione. Sì, t’ha detto delle cose grandi e consolanti il maestro. Dio che ci ha gettati l’uno nelle braccia dell’altro, non ci separerà per sempre; quando io morirò, quando tuo padre morrà, non ce le diremo quelle tremende e disperate parole: — mamma, babbo, Enrico, non ti vedrò mai più! — Noi ci rivedremo in un’altra vita, dove chi ha molto sofferto in questa sarà compensato, dove chi ha molto amato sulla terra ritroverà le anime che ha amate, in un mondo senza colpe, senza pianto e senza morte. Ma dobbiamo rendercene degni, tutti, di quell’altra vita. Senti, figliuolo: ogni tua azione buona, ogni tuo moto d’affetto per coloro che ti amano, ogni tuo atto cortese per i tuoi compagni, ogni tuo pensiero gentile è come uno slancio in alto verso quel mondo. E anche ti solleva verso quel mondo ogni disgrazia, ogni dolore, perchè ogni dolore è l’espiazione d’una colpa, ogni lacrima cancella una macchia. Proponiti oggi giorno di essere più buono e più amoroso che il giorno innanzi. Di’ ogni mattina: oggi voglio far qualche cosa di cui la coscienza mi lodi e mio padre sia contento; qualche cosa che mi faccia voler bene da questo o da quel compagno, dal maestro, da mio fratello, o da altri. E domanda a Dio che ti dia la forza di mettere in atto il tuo proposito. Signore, io voglio essere buono, nobile, coraggioso, gentile, sincero, aiutatemi; fate che ogni sera, quando mia madre mi dà l’ultimo saluto, io possa dirle: Tu baci questa sera un fanciullo più onesto e più degno di quello che baciasti ieri. Abbi sempre nel tuo pensiero quell’altro Enrico sovrumano e felice, che tu potrai essere dopo questa vita. E prega. Tu non puoi immaginare che dolcezza provi, quanto si senta migliore una madre quando vede il suo fanciullo con le mani giunte. Quando io vedo te che preghi mi pare impossibile che non ci sia nessuno che ti guardi e ti ascolti. Io credo allora più fermamente che c’è una bontà suprema e una pietà infinita, io t’amo di più, lavoro con più ardore, soffro con più forza, perdono con tutta l’anima e penso alla morte serenamente. Oh Dio grande e buono! Risentir dopo morte la voce di mia madre, ritrovare i miei bambini, rivedere il mio Enrico, il mio Enrico benedetto e immortale, e stringerlo in un abbraccio che non si scioglierà mai più, mai più in eterno! Oh prega, preghiamo, amiamoci, siamo buoni, portiamo quella celeste speranza nell’anima, adorato fanciullo mio.

Tua Madre

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