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Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista
XXXIX
LA VILLA
D’api dorate è qui grappolo folto,
ch’abita d’una quercia ermo pedale,
dove dal suon di rauco rame accolto
vigila al canto e sonnacchiose ha l’ale.
Colá, di canne fluttuanti ascolto
su le sponde d’un rio bosco vocale,
il cui fischiar, che fu dall’aure sciolto,
diede alle melodie rozzo natale.
In mezzo, ho la capanna, e mi contento
narrar qui fole al pastorel montano,
che da me pende ad ascoltarle intento.
E schiuda pure il suo delubro Giano,
ch’io godo pace, e nulla angoscia io sento
ch’a me porpore nieghi il Vaticano.
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