< Dal profondo
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Il vecchio
Alla sbarra L'orgoglio

IL VECCHIO.

... Toc-toc... — Chi batte alla mia porta?... - È un vecchio
stanco. — “Entra: lascia sulla soglia i sandali.
Aggiungerò per te sul focolare
un ceppo, e un fascio di formelle amare.

Oh, quanta neve hai sul mantello!... Asciùgati
alla fiamma. Ecco il pane, ospite, e l’acqua.
Un letto antico a baldacchino rosso
per questa notte t’offrirò.„ — “Non posso.

Non m’è dato dormir che sulla pietra,
non m’è dato posar che per un attimo.
Ripartirò, signora, a pena io senta
che fra i monti cessata è la tormenta.„


— “Vattene all’alba, quando il gallo squarcia
l’aria col canto. Nella tua bisaccia
     io metterò tre pani e tre preghiere,
     che t’accompagnin sulle vie straniere.

— “Non odi?... I monti abbandonò la ràffica,
torna il silenzio al bosco, il sogno all’ombra.
     Ora io debbo partir, dolce madonna,
     sì fina e bianca nella bianca gonna.

Non mi tentano i muri ove t’incarceri,
nè la coltre che m’offri, ampia e purpurea;
     porto nel mio mantello un regal bene
     che in suoi forzieri il tuo signor non tiene.

Vuoi tu goder di questo bene?... Lascia
orzo e frumento nella madia, e l’olio
     nell’orcio, e il vino nelle coppe chiare,
     e i frutti all’orto, e il ceppo sull’alare.


Rigetta il tuo nome e i tuoi ricordi, e seguimi:
ti condurrò per strade di delizia:
     t’insegnerò le magiche favelle
     dei fiori, ed il cammino delle stelle.

Ed io Re Lear e tu sarai Cordelia
bionda, perduti in selve millenarie;
     e degli alberi l’anima e dell’acque
     nascerà in noi, come da Jèhova nacque.

Non temi, prima di tua morte, infrangere
il laccio d’oro che ti avvince agli uomini?...
     Chi lo squillo seguì del mio richiamo
     più non ritorna...„ — “Io sono pronta. Andiamo.„

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