Questo testo è completo. |
◄ | Decennali | Decennale primo | ► |
nicolaus maclavellus
ALAMANNO SALVIATO
viro praestantissimo salutem.
LEge, Alamanne, postquam id efflagitas, transacti decennii labores Italicos, nostrum quindecim dierum opus. Fortasse nostri aeque ac Italiae vicem dolebis, dum quibus ipsa fuerit periculis obnoxia perspexeris, et nos tanta infra tam breves terminos perstrinxisse. Forsitan et ambos excusabis: illam necessitudine fati, cuius vis refringi non potest, et nos angustia temporis, quod in huiusmodi ocio nobis adsignatur. Verum obsecro te ut nobis non desis, sicut illi ac labanti patriae tuae non defuisti, si cupis carmina haec nostra, quae tuo invitatu edimus, non contemnenda. Vale.
V Idus Novembris MDIIII
nicolaus maclavellus
E I D E M.
LEggete, Alamanno, poi che voi lo desiderate, le fatiche d’Italia di dieci anni, e le mia di quindici dì. So che v’increscerà di lei e di me, veggendo da quali infortunj quella sia suta oppressa, e me aver voluto tante gran cose infra sì brevi termini restringere. So ancora escuserete l’uno e l’altro, lei colla necessità del fato, e me colla brevità del tempo, che mi è in simili ozj concesso. E perchè voi col mantenere la libertà d’uno de’ suoi primi, avete subvenuto a lei, son certo subverrete ancora a me delle sue fatiche recitatore; e sarete contento mettere in questi mia versi tanto spirito, che del loro gravissimo subietto, e dell’audienza vostra diventino degni. Valete
Die 9. Novembris 1504