< Dell'entusiasmo delle belle arti < Parte I
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Parte I - Passione Parte I - Recapitolazione

TRASFUSIONE.

Chi è veramente da passione investito e sicuro di comunicare ad citiui ciò, ch’egli sente, di che si forma il carartere compiuto, ed ultimo dell’entusiasmo. Piangi, se vuoi, che io pianga, disse Orazio ( 2 ); tu farai di me qutl che vuoi, disse pure; ma dopo aver detto sian passionati i tuoi versi, e mil(1) Andrè. Essai sur le Beau.

(2) Si vis me fiere, dolendum est tibi...

& quocumqut voltnt animum auditori: agunt to. Art. Poet.

mille passi, e sentenze il comprovano del maestri, talchè vi fu chi defin) l’eloquenza il talento di far passare con velocità e cofi forza nelle anime altrui il sentimento profondo, da cui siam penetrati ( i ). Così pur (2) Quintiliano altro precetto non dà per mover gli affetti fuor questo, che tu prima a te ponga davanti l’oggetto, e lo appesenti con le circostanze più vive e minute al tuo pensiero, onde susciti in te la passione più ardente, e così verrai a presentarlo agii ascoltanti con quella evidenza, che non racconta, ma mostra, e gl’infiammerai, perchè ardi. Ma meglio del precettista a noi 10 spiega Platone degl’interpreti de’poeti parlando.. La musa, dice, è una calamita, 11 poeta nel suo entusiasmo è un anello, che a lei si unisce, e l’interprete, prendendo questa voce come sinonima di traduttore, benchè sia differente, quanto lo è chi rappresenta l’originale, da chi Io descrive, e io (1) Mr. d’Alembert dopo il P. Buifìer, che ciò disse nel suo trattato dell’eloquenza.

(2) Istit. lib, 6. cap. iz. e lo guasta spesso perciò ), fc un altro anck lo, che dal poeta è tratto, e che riceve una parte della virtù di quella per suo mezzo.

Donde segue una verità poco ognor conor.ciuta, ed è, che i comentatori, e più i traduttori de’poeti debbon essere dello stesso spirito pieni e animati. Così ben può dirsi, che quanti sono in un teatro, in un senato, in uh uditorio, se hanno anima, sono anelli che attraggonsi dall’eloquenza, la qual però fu appunto rappresentata in quella catena ii’oro > che uscia dalla bocca dell’oratore a legare, e seco trar gli ascoltanti. Ed è la catena dell’entusiasmo che comunica rutto insieme, e fa sentire la elevazione, visione, rapidità, novità, maraviglia, grandezza, e bellezza, traendo seco nell’alto pur gli altri illuminando ad altrui quelle scene, ed immagini, imprimendo quell’impeto, e moto, sorprendendo col nuovo, e col mirabile, e col grande e col bello, per cui più da vicino appassiona e infin muove, e guida ove vuole ogni cuor più restio.

E questa è quella libera, ed animata eloquenza, che dalla passione prende il fascino, Tomo-III. N e il iysTRASFUSIONK.

ì il laccio soave, onde lega la volontà, e trae i cuori più fortemente, che con raziocini non fece mai, e molto più che con precetti, i quali mai non supplirono a questo entusiasmo d’affetto, e ch’ei non degna dì un guardo, essendo essi sue copie, e potendo egli senz’essi quant’egli può, che tutto può. Allor trasformami per la passione i poeti, allor senton le furie, e i rimorsi degli amanti, e piangono con Olimpia, ed Arianna abbandonate, anzi sono essi stessi con Achille iracondi, e con Orlando furiosi, con Didone disperati, e con Medea. Il Tasso pareva un invasato, quando così componeva, qual disse averlo veduto il cardinale Pallavicino; e quindi leggendoli, od ascoltandoli tu pur piangi con loro, e dai nelle grida, e sorgi dal luogo, come sei tratto per forza della loro passione, ove tu sia disposto per natura a sentirla. Allora è, che in quei passi animati da questo fuoco tu che ne chiudi in petto scintilla, ti fissi, ed applichi con certa avidità, attuazione, immobilità, che non ti lasciano sentir altro, che ti fanno dimenticare l’ora, il bisogno del cibo, Trasfusione.i79 to, e del sonno, e dai ne’trasporti da farti erodere forsennato, e pazzo da chi non sente quel beato deliramento. Per bisogno di questa comunicazione, o trasfusione si fan sempre un’udienza, e innanzi a loro chiamano i morti, e i virenti, citano i secoli > e le nazioni, s’offre la posterità, s’apre il cielo, e l’inferno.... Faveti linguis...

credite posteri &c. Ciò significa Orfeo, che trae le selve colla lira, Anfione, che fabbrica Tebe, essendo espressa per essi la forza di questo incanto, che giugne a vincer le fiere, a muovere i sassi, a piegare cioè l’alma ferine, e i petti marmorei degli uomini ancor selvaggi. E se noi ben riflettiamo alla storia delle meno antiche vicende in politica, in religione, in costumi, troveremo, che chi usurpò un trono, chi stabili nuove credenze, chi cambiò forma a un governo, oltre la forza dell’armi, il fece per tal entusiasmo. Vero è, che non basta esso solo con gente culta, ed usa a pensare, e a non lasciarsi portare dall’impeto cieco. Ma potrebbesi calcolar la forza, che basta a volger un popolo coi dati dell’azióne, e reazione si1 litoTRASFUSIONE, sicuri, presi tra il potere della parola, delgesto, della passione, dell’entusiasmo d’unorator pubblico, e tra quel della passione,dell; ignoranza, della vivacità d’un popolo; e popoli ¿o110 i senati assai numerosi, le diete, i parlamenti a proporzione. E’ancor vero, secondo Cicerone, (i) che molto fa il suon talora d’una voce stentorea, o argentea, una figura marziale, o piacevole, un’aria compiuta, o risoluta, le quali unite a’gesti, e parole veementi, o patetiche bastano spesso a scuoter la moltitudine, a persuaderla, a rapirla, ove si yuole, essendo essa una macchina composta di occhi, e d’elettricismo più grossolano. Ma sempre-il cuore è la ruota jmc-stra di questa macchina, e chi sa bene aggirarla n’t padrone, e la volge tutta a suo senno; sicchè i’ entusiasmo perciò si riconosce aver questa essenziale proprietà di comunicarsi, ed incendiare altrui del suo medesimo fuoco, che sempre tende a spandersi, e divorar tutto, che incontra, ed investe intorno a se.

Se r( I ) Est iiBio quasi corposis quxdam eloquenti a entri constet motti atque voce.

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Thasfusion£.iSi Serpeggiando adunque così questo fuoco,ed appigliandosi all’esca, che sia disposta, o piuttosto a se traendola, ecco il perchè da un’anima passa all’altra per le tracce massimamente della passione, oltre a quella del grande, del bello, ove l’anime sian sensibili, ed irritabili, e di lui degne; ed ecco il perchè un orator passionato, un poeta, un pittore, anzi un quadro, una poesia, un’arringa animata dall’estro faccian sorgere dei pittori, dei poeti, dc^li oratori, e gli scoprano, e gli avvisino del loro occulto talento, dell’ignorata lor vocazione a quell’arte.

Ed è sì forte talor quest’impulso, che diviene passione invincibile in un uom più disposto, come Ovidio alia poesia, e tanti altri alla pittura contro tutte le resistenze, e le difficoltà dei parenti. Tal comunicazione si riconosce nelle udienze di prediche, di tragedie, le quali più numerose che siano, più facilmente c’infiammano. E perchè?

Perchè sono moltiplicate le vicendevoli forze, ed i colpi nell’anime riverberandosi, e raddoppiandosi quelle fiamme, e quei raggi, ed al contrario è freddo il parlare, freddo iJ>2.Trasfusione.

do l’udire, ed assistere alle sceniche azioni, ed alle forensi con uno scarso uditorio. La stessa comunicazione si trova in chi vive nel.

le metropoli, che sono un centro delle arti, e dei talenti più illustri, i quali vivendo insieme, o dandosi insieme più frequenti occasioni di risentirsi, più facilmente si attrag.

gono, e accendonsi, e vanno più prontamente al valore, e all’eccellenza. La stessa infine spiega il problema in gran parte del trovarsi ad un tempo tanti eccellenti autori, ed artisti, come al tempo d’Augusto, e dei Medici; ma di ciò altrove ( i ).

Affermo intanto, che l’entusiasmo corr> muo( i ) E’proprio dell’entusiasmo il comunicarsi, e crescer pel numero degli entusiasti. Gli uomini allora hanno una reciprocazione gli uni sugli altri per l’immagine energica e viva, che si presentano insieme della passione, onde rutti sono commossi: quindi l’insana gioja delle pubbliche feste, il furore de’ popolari tumulti, e: li etf’etri mirabili della musica degli antichi; effetti, che il quarto atto di Zoroastro avrebbe tra noi rinnovati, se la nostra platea fosse stata piena d’un popolo così sensibile alla musica, come P ateniese. Lst:rs sur iss avtugles &c.

Trasfusione.i8j muove, ed agita sì fattamente anche secondo la forza greca della parola l’anima del poela, che trasforma l’autore nella persona, ch’ei fa parlare, e fa dire a lui ciò ch’essa direbbe appunto in tai circostanze, e questa trasformazione, come fosse l’essenza dell’entusiasmo, parve ad alcuni bastare a spiegarlo, ed intenderlo pienamente. Or siccome-il poeta trasformasi nel personaggio rappresentato, còsi gli altri trasforma in se stesso, e gli trasporta seco ove vuole. Riflettiamo noi mai come pieghisi ed ubbidisca sì pronta l’anima nostra agl’impulsi di quella di Merope, di Didone, d’Achille, d’Enea? Chi non sente in quell’illusione felice esser l’anime loro una stess’anima e sola colia nostra? essere due stromenti accordati all’unisono? Quindi l’anima nostra resta sola e fredda, se quella del poeta non si trasforma in que’personaggi, non esprime la natura, le passion loro, se parla in propria persona fuor del carattere e dello stato di quelli. Allor discordante invece d’unisono è lo stromento, e talor noi lasciamo il poeta come discorde e noioso, mettendoci al posto loro meglio di lui, perchè N 4 più 1S4TRasfusiok’e.

pi« sensibili siamo all’accordo. Per le quatt cose tutte riconoscendosi proprio dell’entuc siasmo il trasfondersi per la passione in altrui, giustissima è l’illazione, ch’egli dunque non trovasi in quelle prediche, in quelle musiche, e danze, e pitture, e poesie, che mi lasciano qual m’han trovato, che non mi scuotono, e non mi trasformano nell’oratore, nel cantor, nel poeta; e peggio poi, se penso sempre d’esser a predica, se sbadiglio, se vo contando i minuti, e ne imploro la fine. Or ovunque è ozio, indifferenza, insensibilità, certamente non e l’entusiasmo, che fu giustamente chiamato lo spirito dei nostro spirito, e l’anima della ncstr’anima ( i ) Imperciocchè v’ha un’azione, e reazione trai cuori umani fissata dal loro artefice eterno, affin di legarli tra loro, e far del genere umano una famiglia. Gli occhi, gli orecchi, ogni senso nell’anima portano le passioni vedute, ed ¡scoperta in altrui a certi segni; (Ni quali’..

dal ’( i ) L’esprit de notre esprit & l’ame de notre arne.

Trasfusione.¿8$ dal grand’artefice furono ben accordati anche all’esterno in una corrispondenza, come appunto di corde, che negli stromenti di musica si rispondono) pe’quai segni l’anime sono guidate ad amar chi sma, odiar chi odia, sentir l’orrore, e la gioia, che senton altri; talchè quando la metafisica avrà fatti certi progressi, pofrem forse fissar le leggi di comunicazione dei iii^ti dell’anima, come i fisici han qufelle fissate dei corpi. Ma intanto sappiam senza studio, se vuoi esser amuto « ama, proverbio ama chi /’ama è fatto antico; amor che a nullo amato amar perdona, e sappiamo per pruova, quanro è mirabile, forte, innata in noi la passione di compatire, e soccorrere per istinto i nostri simili afflitti, e pericolanti, movendoci" aMor tutti noi senza pensarci, ma con impeto, e forza irresistibile in quelle occasioni a prò loro.

Or l’entusiasmo essendo ^1 più vivace nxv vimento del cuore dee più prontamente comunicarsi, e trasfondersi; ed i suoi segni esteriori essendo più espressi, e sensibili debbono urtar più forte, e penetrar negli altri più al vivo; talchè non è maraviglia, ch’es^ so so trasformi le intere nazioni talvolta, e sia l’anima ancora del mondo. Tale è la forza di sua trasfusione, e comunicazione, e de’ suoi varj caratteri, essendo in fatti ognor l’uomo venuto a perfezionarsi, elevandosi sopra se stesso, volgendo l’anima ardente a cose gran di, e belle, portando il fuoco de’ dolci affetti nel cuore, e destando la fiamma ne’ cuori altrui, siccome ognor per contrario venne l’uomo a deformità, abbassandosi sotto le prave sue inclinazioni, torcendo oziosamente i pensieri a piccoli oggetti, e vili interessi, concentrando l’affetto in se stesso, ovvero accendendolo al fuoco delle passioni brutali, e solitarie, cioè nimiche d’altrui. E le origini, e i risorgimenti dei popoli dai primi tempi sino a noi ne mostrano queste tracce, tra lor vedendosi vita, o morte, come nel corpo umano, per la circolazione, o il ristagnamento di questo sangue.

Giova por quì un passo d’autore originale, che su questo punto della comunicazione dell’entusiasmo ha detto meglio di noi, ed insieme ci fa intender meglio, e sentire gli altri attributi sinora mostrati, onde compier-Trasfusione.1S7 pisrne acconciamente con esso la trattazione; Noi abbiamo ben più poeti, che non giudici, e interpreti di poesia: è più facil di farla t che di ben conoscerla. Sino a certa bassa misura può ella estimarsi secondo P arte, e precetti, ma la buona, la suprema, la divina è sopra le regole, e la ragione. Chiunque ne mira la bellezza con guardo fiso, e tranquillo, quegli t appena che può vederla; quali lo splendor tP un baleno, che non conversa già essa col nostro giudizio, ma sì lo rapisce-, e lo manomette. Il furire, che sprona colui, fhe in lei sa internarsi fiede anche un terzo nel/’ascoltarla da quei recitata, e trattata; siccome la calamita non attrae solo un ago, ma in quello infonde ancora la sua virtù d1 at trarne degli altri. E ciì> più chiaro app,;r ne’ teatri, ove la saera ispirazion delie muse avendo prima spinto il poeta alla collera, al pianto, ed ali’odio, poscia fuori di lui, ove vogliono queste passioni, a ferir va insieme per lo poeta l’attore, e per P attore seguentemente il popolo tutto, ch’è come Pi Alzamento degl: aghi accennati P un dall’altro sospesi. Sino dalla mia prima infanzia iS8Trasfusione.

in me provai la proprietà della poesia di trapassarmi, e trasportarmi; ma questo vivisi simo sentimento, ch’è in me naturale., diversamente mi s’è fatto sperimentare con diversità di forme, non sol più basse, od alte, ( perche furono sempre, e in ogni guisa delle più eccelse ) ma di ferenti piuttosto in lor colore. Prima fu certa lieta ed ingegnosa fluidità, poscia u/f acuta e nobil finezza, infine una forza matura e costante ( r ) Ttadur non saprei con valor giusto l’originali parole di questo nervoso scrittore, ria ben si conosce il senso loro profondo, che pub a tutto il mio pensiero distribuirsi e d?r chiarezza. La distinzione tra la mediocre e la gran poesia, quella capace di magistero r questa sdegnosa ed indocile j il rapido suo risplendere come i lampi; la dominatrice possanza ed elevatezza sua sopra l’animo nostro, f. il giudicio; quel furor che trasporta chi n’è investito, ed investe con pari forza ogni.cuore: tutto e in fine pien d’evidenza non meno che di vera filosofia.

  RE( i ) Montagne Essais 1. i. c. ¡6. 
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