< Della congiura di Catilina
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Gaio Sallustio Crispo - Della congiura di Catilina (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
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Ma, dopo molte angustie e pericoli, al fine in calma rientrato, e fisso di vivermi in pace lontano da ogni pubblico affare, non volli accidiosamente un ozio prezioso consumare in agricoltura, cacce, domestici uffizj; ma ritornato ai già intrapresi studj, da cui mi aveva la stolta ambizione rimosso, ristrettamente a scrivere impresi quelle Romane cose, che degne di memoria mi parvero: tanto più, che nè speranza, nè timore, nè amore di parte, non m’ingombravano l’animo. Io perciò narrerò la congiura di Catilina, quanto più veracemente e breve potrò: come cosa, per la novità del delitto e del pericolo, memorabilissima. Ma prima di tutto io debbo di codest’uomo accennare i costumi.
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