< Della congiura di Catilina
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Gaio Sallustio Crispo - Della congiura di Catilina (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
IX
VIII X

In casa quindi ed in campo, illibati costumi; massima concordia, cupidigia pochissima; e giustizia e bontà, più assai che dalle leggi, dalla natura promosse. Le discordie, i litigj, gli occulti rancori, contro ai nemici sfogavansi; da Romano a Romano, solo in virtù gareggiavasi. Nel culto divino pomposi, parchi in casa, nell’amicizia fedeli. Due sole arti i Romani reggevano e Roma; in guerra, ardimento; in pace, giustizia. E prova ne sia, l’aver essi più spesso punito in guerra coloro che contro l’ordine avesser combattuto, o che a raccolta udendo suonare non avessero tosto lasciata la pugna; che non quelli che osato avessero abbandonar le bandiere od il campo al nemico. In pace poi governavano più con benefizj che col timore; ed offesi, del perdonare assai più che del vendicarsi godevano.

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