< Della congiura di Catilina
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Gaio Sallustio Crispo - Della congiura di Catilina (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Vittorio Alfieri (1798)
XVII
XVI XVIII

Perciò circa il principio di Giugno, Consoli Lucio Cesare, e Cajo Figulo, cominciò egli ad esortare separatamente gli uni, esplorar gli altri, le forze sue, la non provvista Repubblica, e gli alti vantaggi della congiura esponendo. Chiarite a suo senno le cose, i più necessitosi ed audaci adunò, Intervennervi, dei patrizj, Publio Lentulo Sura; Publio Autronio; Lucio Cassio Longino; Cornelio Cetego; Publio e Servio Sulla, figli di Servio; Lucio Vargontejo; Quinto Annio; Marco Porzio Lecca; Lucio Bestia; Quinto Curio: dei cavalieri, Marco Fulvio Nobiliore; Lucio Statilio; Publio Gabinio Capitone; Cajo Cornelio: molti nobili inoltre delle colonie e municipj. Parecchi altri nobili occultamente consapevoli della congiura, meno che da povertà o da altra strettezza, dalla speranza del governare eran mossi. Del resto i giovani pressochè tutti, e principalmente i nobili, favorivano Catilina; come quelli che viver volendo oziosi nella mollezza e nel lusso, ed anteponendo al certo l’incerto, più nella guerra che nella pace speravano. Marco Licinio Crasso ne fu tenuto conscio da alcuni, volendo egli abbassata da chiunque si fosse la potenza del da lui odiato Pompeo, capitano allora di un grande esercito: e lieve credendo, ove riuscisse la congiura, di farsi egli capo dei congiurati.

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