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Diodati, e te’l dirò con maraviglia,
Quel ritroso io ch’amor spreggiar soléa
E de suoi lacci spesso mi ridéa
4Gia caddi, ov’huom dabben talhor s’impiglia.
Ne treccie d’oro, ne guancia vermiglia
M’abbaglian sì, ma sotto nova idea
Pellegrina bellezza che ’l cuor bea,
8Portamenti alti honesti, e nelle ciglia
Quel sereno fulgor d’amabil nero,
Parole adorne di lingua più d’una,
11E’l cantar che di mezzo l’hemispero
Traviar ben può la faticosa Luna,
E degli occhi suoi avventa si gran fuoco
14Che l’incerar gli orecchi mi fia poco.
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