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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Durante Duranti
III1
E depor non dovea l’ingiusto sdegno,
Vergine, il Pretor crudo allorchè scerse
Te giovinetta e bella in sì diverse
Fogge soffrir sì duro strazio indegno?
5E senza di timor mostrar pur segno
Franca mirar chi nel tuo sangue immerse
Il crudel ferro, che la via t’aperse
Agli alti seggi del celeste regno?
Ma Dio fu certo, che a quell’empio cinse
10Di pietra il core, e con sì lunghi scempi
Nelle tue membra ad infierir lo spinse;
Che tua fermezza allor sì chiari esempi
Diè, che il cieco tiranno, e il sesso vinse,
E tanti erse al tuo nome altari e tempi.
- ↑ Per S. Margherita Vergine e Martire.
Note
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