Questo testo è stato riletto e controllato.


Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Domenico Lazzarini


V1


Ecco, Signor, dopo tant’anni e tanti
     Spesi in cercar quel ch’io fuggir dovea
     Che di quel prato, ov’io posar credea,
     Nacque il serpe, cagion di tutti i pianti;
5Or l’empio dico: tor dovev’ innanti
     Dal Verde il piè quando l’April ridea:
     Ch’or ti rimove dall’usanza rea
     La grave età, non pensier puri e santi.
Io taccio, chè non so se ’l mio dolore
     10O venga dal pensier d’averti offeso,
     O dall’esser vicino all’atre porte.
O memorie funeste! o freddo orrore!
     Tanto ch’io sono al disperare inteso:
     Pur non posso far onta alla tua Morte.

  1. A Dio. Essendo l’Autore gravamente ammalato.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.