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II.
ICO, et Elpin; Elpin in val di Grieve
Bel sonator d’ogni sampogna, e Lico
3Gran maestro di cetra in val di Sieve;
Tirsi piangean sotto un castagno antico;
Giunse primero Elpin dolce canzone
6A le sue canne, et honorò l’amico;
Su la riva de l’Arno, e del Mugnone
Di peregrina mirra, e d’altri odori
9Tirsi i ricchi pastor santi corone;
E pur in sù l’Ombron ricchi aratori
Innalzano sepolchri ad honorarti,
12E lungo l’Arbia i guardian di tori.
Ma su per l’alpi in solitarie parti
Ove poveramente io viver soglio,
15O Tirsi per honor, che posso darti?
Con un poco di zufolo mi doglio,
Ch’altro non si concede à miei desiri,
18E di qui mi si cresce anco il cordoglio;
Qui tolse à la sampogna i suoi sospiri
Elpino, e trasse la querela à fine;
21Poi Lico die’ principio a suoi martiri;
Qual al tempo de ghiacci, e de le brine
Consolato si pascola l’armento
24Per lo tepido pian de le marine;
Tal per queste campagne andai contento
Infin che non ci fu Tirsi rapito,
27Tirsi, che di noi tutti era ornamento.
Ma da quel giorno, ch’ei sotterra è gito
Io misero simiglio in questa riva
30Pur da la mandra un’agnellin smarrito;
Che sprezza il rezzo, e le belle erbe schiva,
E sempre bela; il lupo al fin sen viene,
33E de la mandra, e de la vita il priva;
Si disse Lico, e le minute arene
Del bel torrente, e le montagne ombrose
36Rispondeano ululando à le sue pene;
Poscia movendo su le piagge erbose
Un’altra volta Elpin dal petto lasso
39Sospinse inverso il Ciel voci dogliose;
Se per monte Morello unqua trapasso
Si che da quelle balze io miri Sesto
42Subito lagrimando gli occhi abbasso;
Indi colmo d’angoscia i passi arresto,
Poscia dietro il furor, ch’à se mi tira
45Conturbo le fontane, e i fior calpesto;
Per tal via disfogata alquanto l’ira,
E contra la ria morte il mio disdegno
48Per piangere il tuo fin tempro la lira;
Spezzola poi, che l’infelice legno
Ben risuona dolente a i casi rei
51Ma nol sà però far si come è degno,
Ne seconda piangendo i dolor miei.