Questo testo è incompleto.
Tutt'una manica Li gusti
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

ER PITTORE DE SANT'AGUSTINO

     Che spesce t’ha da fà che sto scoparo
De pittore che ttiè cquel’arzenale
De ritratti, in un’ora o ar più in un paro
Te fa ssenza vedello un cardinale?!

     Pe’ cquesto abbasta de pijjà un zomaro
E ddipignelo doppo ar naturale,
E tte pianti addrittura in un telaro
Tutt’er Zagro Colleggio tal’e cquale.

     Le Minenze e li ciucci, ecco er motivo,
Sò tutti cuanti de l’istessa scòla
E nnissuno sa ddi ssi è mmorto o vvivo.

     Sò ll’uni e ll’antri una sarciccia1 sola:
Sò ccome la cannella e ’r lavativo:
Una spesce de Cola e mmastro Cola.


Roma, 29 novembre 1832

  1. Salsiccia.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.