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Morte scerta, ora incerta Er punto d'onore
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

ER TIGNOSO VINCE L'AVARO

     Che cce faressi? oh mméttesce una zeppa!1
L’hai ddata inzin’adesso a ttant’e ttanti,
C’oggi o da me t’hai da scibbà una sleppa,2
O fàmme intiggne,3 ar men che ssia, davanti.

     Quà, for che mmé, chi ccià l’uscello inzeppa,
E tu nun je lo tocchi co’ li guanti:
Io dunque vojjo entrà, sora Ggiuseppa,
In paradiso a ddispetto de santi.

     A temp’e llogo de spanà, tu spani:4
Te piasceno li pranzi e le marenne:
Eppoi me tratti peggio de li cani.

     Guarda cquì com’er ciscio arza le penne...
Che ccos’hai detto? me la dài dimani?
Passi l’Angeledèi e ddichi ammenne.


Roma, 22 novembre 1831 – De pepp’er tosto

  1. Vacci a porre rimedio.
  2. Cibare una percossa.
  3. Intingere.
  4. Mangi.

Note

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