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Dall’interno si ode un alto urlo di
anfitrione
O misero me!
coro
Oh Giove! Presto privato il tuo figlio
sarà dei figli: le crude implacabili
Vendette furenti
l’abbatteranno sotto i tormenti.
Incomincia la danza, e non i timpani,
non il tirso l’allegra di Bromio.
anfitrione
Oh casa mia!
coro
Sangue ella chiede, e non l’umor dei grappoli
stillante, di Dïòniso.
anfitrione
Volgete a fuga il piede, o figli!
coro
Ahi, cantici
odo suonare infesti.
Dei figli su la traccia
rompono in caccia.
Non sarà che tal rabida
danza nella magione ìrrita resti.
a
Ahimè, sciagure!
coro
a
Ahi, ahi!
Quanto gemo pel padre vegliardo,
per la madre che i pargoli
ha generati indarno!
b
Oh, senti, senti!
Scuote la casa un turbine!
Il tetto traballa!
c
Ahi, ahi!
O figlia di Giove, che fai?
Un tremoto tartàreo,
come un dí per Encèlado1, avventi
contro la reggia, o Palla!
Dal palazzo esce un messaggero.
- ↑ [p. 301 modifica]Encèlado: allude al terremoto pel quale Pallade rovesciò la Sicilia sul gigante Encelado.