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Ada Negri - Esilio (1914)
L'oasi
Levati, e cammina - I giardini Levati, e cammina - Libertà

L’OASI.


Chi ti condusse alle incantate soglie?...
Non sai. Lasciasti l’ombra nel cortile
diaccio, di pietra. Ora nel dolce aprile
4un aroma di mammole t’accoglie.


Ma forse sogni. Oh, non destarti, o squallido
cuore infermo!... A capriccio, piove e spiove:
sotto le rade lacrime non move
8pure una foglia, e il cielo è tutto pallido.



E le gemme sui bronchi sono bionde
d’infanzia; e i peschi e i mandorli ed i meli,
entro le aeree nuvole dei veli
12caduchi, attendon l’ora dello fronde.


Chiare ombrelle di salici s’affacciano
ai cancelli ove a spire il biancospino
s’ingiglia. A tratti, nel languor divino,
16qualche petalo muor su la tua traccia.


Tutto è si lieve che par fatto d’ale
e d’aria: anche il tuo passo e la tua forma
terrena: o il senso par che in te s’addorma
20sotto l’incanto che non è mortale.


Giardini ignoti sotto cieli ignoti
benedicenti!... Or tu rinasci, infante
gaia, con pura bocca ancor fragrante
24di mistero, con puri occhi ancor vuoti



di visïoni: occhi di maraviglia
innocente, pel prato ch’è sì verde,
pel cielo ove la nuvola si perde
28e il pesco che tremando s’invermiglia.


Niuno ancora sul labbro ti baciò.
Niuno ancora sul cuor li camminò,
le vesti con le carni ti stracciò,
32sotto suola di ferro ti pestò.


Salvati!... Spranga della tua memoria
tutte le porte!... — Sei bambina. — Hai viso
di fiore, carne che non duole, riso
36senza doppiezza, cuore senza storia.


Scrive ora sulla tua pagina bianca
i primi segni di bellezza il petalo
aerëo, che in tacita e quieta
40discesa, dal sognante albero, manca.



T’appare, per la prima volta, Iddio.
Ne hai, sommo, per la prima volta, il senso.
Te adori in Lui, Lui stringi in te. L’immenso
44Volto si assorbe nel tuo volto pio.


In fiore in frasca in nube in acqua in pianta
l’anima inesauribile ritrova
la sua gioia d’origine. Oh, la piova
48d’april ti lavi, o Rinverdita!...
                                             E canta.

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