< Eufemio da Messina
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Atto quarto
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ATTO QUARTO


Notte. Si vede in lontananza Messina consumata dalle fiamme. Il luogo della scena è tutto orrido di guerrieri uccisi e d’armi infrante.


SCENA UNICA.

LODOVICA errante per il campo.


Dovo m’aggiro? Me fuggir non posso,
I miei rimorsi, la rovente spada
D’un angiolo infernal che mi persegue....
Ed ahi! m’afferra.... e mi trafigge.... e unita
All’ingombro terren lascia quest’alma
Per più orrendo martire, onde i miei sensi

Tutti inaudito abbian supplicio. In fiamme
Veggo la patria: le insultanti grida
Del vincitor frammiste a’ gemiti odo
De’ moribondi cittadini: il piede
Ho guazzante nel sangue: il vel, le mani.
La faccia.... intrisa son tutta di sangue!.
E non m’uccide lo spavento? O forse
L’eterno duolo è questo già? Sì.... eterna
Di tanto eccidio, ond’empia causa io fui,
Vedrò la immagin tormentosa; morte,
Morte con disperate urla domanda:
Me più non cinge aura vita! d’inferno
La inalterabil grave aura già spiro;
Più Dio non odo questo pianto.... oh angoscia!1
Qual truce sogno! Un sogno, sì! Tranquilla
Vita nel chiostro in penitenze e preci
Jeri scegliea.... Deh, mi scuotete, o suore,
Da questa orribil visïon. Prostrarmi
Voglio all’altare, e sempre umil....2 No. Vero
È il mio delitto: in campo son: Messina
Arde. Nel cor paterno io del mio amante
Vibrai la spada. Oh rimembranza! un ferro
Ben altro io avea....3 Liberatrice farmi
Potea con esso di mia patria: oh imbelle!
Ed esitai? Nel mio perfido core
Dunque si pianti: enormi havvi misfatti....
Che allor riman? ne’ regni atri d’abisso
Tosto scagliarsi, ascondersi allo sguardo
Terribile d’Iddio!4 Che sento? Alcuno
Geme. Oh tremor!
Uno de’ Guerrieri giacenti.                                        Se in ciel tu sei.... clemenza
Per me implora....
Lodovica.5Vaneggio? Oh voce| Un gelo

Per lo vene mi scorre.
Il Guerriero.                                                  Ohimè!
Lodovica.                                                                      Si fugga.
Ma se pria di morir qualche infelice
Ritrar potessi a vita?
Il Guerriero.                                        Oh lunga ambascia!
Chi mi soccorre?
Lodovica.6                              Qual presagio! Il crine,
Parmi, ha canuto. O fiamme atre funeste,
Che divorate la mia patria, al raggio
Vostro chi mai qui scoprir debbo?7 Io tremo.
Oh vista! il padre! Inesorabil, cruda
Contro i figli empi è la giustizia eterna.
Desso! Ei respira: dalla fronte un fiume
Di sangue uscia: rappreso or sta: ferita
Mortal non fora? Oh speme! Il cor gli balza:
La man mi stringe... Ei vive, sì!
Teodoro.8                                                            Chi.... sei?...
Lodovica. La figlia tua; la tua colpevol figlia.
Teodoro.9Indistinta una voce.... odo. Mia figlia
Nomavi. Una figlia ebbi: ah potess’io
Spirare almen.... fra le sue care braccia....
Lodovica. Egli ancor m’ama! Ah, di mia colpa ignaro
Certo cadesti.
Teodoro.10                              Io.... caddi, sì. Di colpe.
Che parli? Iddio tutto le umane colpe
Un’altra volta perdonò: immolato....
Per noi.... s’è un angiol.
Lodovica.                                                  Taci. Oh mia vergogna!
Innocente mi crede.
Teodoro.11                                        Ella.... trafitto

Appena avea quel traditor.... concordi
Rimbombavan per l’aer queste parole:
«Spento è il novo Oloferne. Eufemio è spento.»
A si grato clamor tutta l’antica
Giovanil forza ravvivò il mio braccio;
Di Saracini immensa strage io fea,
Ma breve; orrendo sulla fronte un colpo
L’elmo spezzò.... qui tramortii. Ma i sensi
Già ripiglio; dov’è, dov’è la spada?
Son re; morir voglio pugnando.12 Il ciglio
Chiuso mi tien l’ampia ferita; in campo
Guidami tu, fido mortal. Ma il suono
Dell’armi... oh, più non sento; in fuga tutta
N’andò già l’oste? Libera è la terra
Degli illustri miei padri? Oh gioja!... Il trono,
Il trono illeso.... ah, nol vedrò.... toccarlo
Dato mi sia, perir sovr’esso almeno.13
Ohimè!... soverchia gioia entro l’esangue
Cor prorompea.... mancar mi sento....
Lodovica.14                                                                      Assiso
Qui, deh, ripiglia alcun vigor. Me lassa!
Svenuto egli è! Padre, adorato padre....
Che fo? Temer, temer degg’io ch’ei torni
A nuova vita, e me discopra; ei pago
Muor, che la patria e il trono suo redenti
Crede, e me figlia di lui degna. Al cielo
Vola il suo spirto di me in cerca.... oh annunzio
Che fin nel regno dell’eterna pace
Immenso duol gli recherà! Si fugga;
Egli rinvien; la mia perfidia ignori.
Scevro d’aita ei morrà certo; illuso
Muoja.... Oh barbarie! a moribondo padre
Nega aita una figlia? oh come a tutti
Delitti è strada un sol delitto!

Teodoro.                                                            È questa....
La reggia mia?...
Lodovica.                                        Reggia è di morte.
Teodoro.15                                                                      Figlia....
La voce tua? Figlia.... sei tu?
Lodovica.                                                             Dal cielo
Maledetta son io.
Teodoro.                                             Che ascolto? Amata
Figlia.... perdona; orribil arte è questa
Del maligno avversario; ei ti calunnia.
Martire santa appo il Signor tu preghi
Pel tuo misero padre.
Lodovica. Oh, non fia vero,
No, ch’io di giusta usurpi il nome! In vita
Perchè restar dove corona orrenda
Ti fan gli estinti? Or dunque sappi....
Teodoro.                                                                      I fidi
Miei....
Lodovica.                    Giaccion tutti in questo campo.
Teodoro.                                                                      Eufemio...
Lodovica. Al parricidio lo serbai.
Teodoro.                                                  Messina....
Lodovica. Fu.
Teodoro.          Non vaneggio? Oh detti! oh al cor mortali
Atrocissime spade! Il popol mio
Lodovica.Dai viventi sparì.
Teodoro.                                                  Le patrie mura....
Lodovica.Oh te beato che mirar non puoi
Le fiamme empie, onde al suol cadono in polve!
Teodoro.16 A forza aprir voglio quest’occhi. Oh vista!
L'atro chiaror, sì, mi traluce....17 Patria!
Diletta patria! tu consumi....18
Lodovica. Oh padre!
Con ambe mani la ferita fronte

Ei si dilania furibondo! Ah, cessa:
Non morir disperato. A me la morte
De’ reprobi, a me sola: ai giorni eterni
Che meritar l’opre tue pie, deh volgi
Gli ultimi istanti.
Teodoro.19                                        La mia patria!
Lodovica.                                                                      In terra
Non è la patria de’ fedeli.
Teodoro.                                                            Oh vanne:
Morir mi lascia: orror mi fai; t’abborro,
L’ira del ciel sul capo tuo discenda.
Lodovica. L’ira merto del ciel; scritta è col sangue
La mia condanna, col paterno sangue:
Ma lascia il compier sue vendette a Dio.
Uomo, padre tu sei: solo il perdono,
Non il punir, s’aspetta all’uom.
Teodoro.                                                            Perdono?
Sperarlo ardisci?
Lodovica.                                        Non da Dio, dal padre.
Teodoro.20Misera! ov’è il tuo seduttor? Già posta
In abbandon, già vilipesa?...
Lodovica.                                                  Ei corse
All’esecranda sua vittoria. Io stava
Da un drappel custodita appo le navi;
Ma il desio della preda alla cadente
Città volar fe’ le mie guardie. Sola....
Col terror del delitto.... in questo campo
Di morte errai, del tuo fato presaga.
Di rivederti io paventava. Oh fero
Divin castigo! a qui trovarti esangue
Era io guidata.... ad avventarti al core
L’ultimo colpo.21
Teodoro.                                        Oh dai singulti cessai
L’infievolito mio spirto commovi....

Ch’io ti fui padre obbliar vo’.
Lodovica.                                                            Nol puoi.
Questa, un giorno a te cara, unica figlia,
Infelicissima è, quanto ella è rea!
Dal fianco tuo in eterno esiliata
Piangerà invan, te sempre amando, sempre
Perdono, e invan, chiedendoti.
Teodoro.                                                            Dio solo,
Dio solo invoca.
Lodovica.                                        È troppo tardi. Io stessa
Del superno furor voglio ministra
Farmi: il sacro pugnal serbo che il fato
Dovea impedir di quelle mura e tuo.
Sopravvivere a te non un istante
Debbo.
Teodoro.               Misera figlia.... io ti perdono.
Lodovica. Che dici?... Oh mio buon padre!
Teodoro.22                                                            Eternamente
Da me divisa non sarai: m’inspira
Il cielo. Una havvi al tuo delitto ammenda:
Con quel sacro pugnal vendica, o figlia,
Il genitore, i cittadini, il culto.
Eufemio....
Lodovica.                              Si.... Ma il trucidarlo è tardi:
Chi rialzar può que’ distrutti templi?
Chi a te la vita, a me render la fama?
Nulla il può.
Teodoro.                              Ma dall’arabe catene
Sottrar Sicilia forse puoi; fors’anco,
Spegnendo Eufemio, dal servaggio scampi,
Non che l’Italia, Europa tutta....23 E indugi?
Lodovica. No, padre, no.
Teodoro.Sien grazie a Dio.24 Ma il freddo
Mio volto.... il lagrimar tuo più non sento....

Dove sei, Lodovica?
Lodovica.                                        A te prostrata,
Fra le tue braccia..
Teodoro.                                   Ov’è.... la figlia mia?
Più non la sento.... Ah, le perdoni il cielo.25
Lodovica. Padre adorato!26 Ei non è più! No, degna
D’un tal padre io non era: io nol conobbi:
Io l'oltraggiai barbaramente. Avvinta,
Sino alla morte, a questa sacra spoglia,
Starò piangendo i falli miei: nessuno
Strapparti dal mio sen mai non presuma.
Larga scavate quella fossa: io viva
Con lui sepolta esser vogl’io. Ma questa
È insensibile argilla: il padre mio
Più non contien. Dove n’andò lo spirto
Di quell’eroe, cui libertà, possanza,
Gloria dovean queste già serve spiagge,
Al cader suo ridivenute abbiette?27
Dal tuo soglio immortal già mi contempli,
E con tue sante lagrime le colpe
Mie scancellare agli occhi dell’Eterno
Ti sforzi, o padre. Io, sì, ti veggio: ardente
È di folgori il Ciel, tu le rattieni.
Che parli? «Figlia, figlia mia, t’affretta!»
Dove? per la notturna aura, oh spavento!
Egli discende, e più terribil tuona
La voce sua. Di quest’acciar favelli?...
T’intendo: «Eufemio!» I passi miei tu guida.28

  1. È oppressa straordinariamente dall’affanno; si ferma e rimane immobile: dopo un breve silenzio si va riscotendo.
  2. Rientra in sè, e prorompe spaventata.
  3. Si trae dal seno lo stile.
  4. Per uccidersi.
  5. Non sapendo donde venga questa voce.
  6. Gli si accosta raccapricciando.
  7. S’inchina incerta sul guerriero.
  8. Sempre giacente.
  9. Ripigliando gradatamente lena.
  10. Ajutato da lei e sorreggendosi si alza alquanto, sì che gli appare una gran ferita sul capo, per la quale non può aprir gli occhi.
  11. Seduto e sostenuto da essa, la voce di lui si rinforza, come d'uomo in cui molta vitalità rimane ancora.
  12. Cerca a tentone la spada, Lodovica gliela porge: ajutato allora dalla figlia, e puntando il ferro al suolo, ei si alza vacillando.
  13. Vacilla.
  14. Lo fa sedere sopra un masso.
  15. Scosso dalla sorpresa
  16. Portando con furore le mani alla ferita.
  17. S'alza e stende la mano verso Messina.
  18. Cade a terra.
  19. Con sommo dolore.
  20. Sollevandosi alquanto.
  21. Queste parole di Lodovica devono essere pronunciate con un tale accento di disperato dolore, che un padre non possa udirle senza commuoversi.
  22. Sta seduto e si regge con maggior forza; sebbene ei parli ancora con voce assai distinta, pur si dee conoscere che lo sfogo ch’ei fa, va precipitando i suoi ultimi momenti.
  23. Con ira.
  24. Ricadendo.
  25. Muore.
  26. Si affanna per soccorrerlo; piange dirottamente, e dopo avere per lungo tempo cercato d’illudersi, esclama con angoscia.
  27. Gradatamente s’alza fuori di sè, e volge gli occhi al cielo.
  28. Parte forsennata.

Note

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