< Fatalità (1895)
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Sinite parvulos
Te solo Nenia materna

SINITE PARVULOS....


Se nel crocicchio d’una via deserta
O in mezzo al mondo gaio e spensierato
Incontrate un bambino abbandonato,
4Pallido il viso e la pupilla incerta;

Che d’una madre il bacio ed il consiglio
Abbia perduto, e pianga su una bara
La memoria più santa e la più cara,
8Oh, portatelo a me!... Sarà mio figlio.

Io lo terrò con me, per sempre. — A sera
Gli metterò le sue manine in croce,
Con lui, per lui dicendo a bassa voce
12De’ miei anni più belli la preghiera.

La parola che eleva e che conforta
Io gli dirò con placida fermezza;
La gelosa e veggente tenerezza
16Avrò per lui de la sua mamma morta.

Io gli dirò che la vita è lavoro,
Gli dirò che la pace è nel perdono;
Di tutto ciò che è giusto e grande e buono
20Farò nella sua mite alma un tesoro.

La forza di pensier che Dio m’ha data
Tutta trasfonderò ne la sua mente;
Presso a lui sfiorirà tranquillamente
24La mia vita raccolta e scolorata.

Mentr’io declinerò verso l’oblìo,
E avrò la cuffia e metterò gli occhiali,
Ei salirà, lo spirto agl’ideali,
28Le braccia alla fatica e il cuore a Dio.

Fidente ei moverà verso l’aurora,
Ingranaggio vital nell’universo,
Irrequieto augello al sol converso.
32Giovane stelo che nel sol s’infiora:

E in pace io morirò.... poichè sofferto
Non avrò indarno, e non indarno amato;
E da un petto di figlio e di soldato
36Cadrà un sospiro su l’avello aperto.

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