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Libro quarto - Capitolo 58
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- Passi della mente vostra che il vizio, a fine di bene operato, meriti il guiderdone che la virtù, a simile fine operata, merita; anzi in quanto vizio merita correzione: alla virtù niuno mondano merito può giustamente satisfare. Chi ci vieterà ancora che noi non possiamo con aperta ragione credere che l’ultimo cavaliere, non per amore che alla donna portasse, ma, invidioso del bene che all’altro vedea apparecchiato, per isturbare quello, si mosse a tale impresa, e misvennegli? Folle è chi sotto colore di nemico s’ingegna di giovare per ricever merito. Infinite sono le vie per le quali possibile ci è con aperta amicizia poter mostrare l’amore che alcuno porta ad alcuno altro, sanza mostrarsi nemico, e poi con colorate parole voler mostrare d’aver giovato. Basti oramai per risponsione ciò che detto avemo a voi, il quale la lunga età dee più che gli altri fare discreto. Crediamo che quando queste poche parole per la mente debitamente avrete digeste, troverete il nostro giudicio non fallace, ma vero e da dovere essere seguito -. E qui si tacque.

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