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Dimorati costoro alquanti giorni con Dario, e veduta la nobile città, e presi diversi diletti, Filocolo, il cui cuore da amorose sollecitudini era stimolato, ogni ora un anno gli si faceva di sapere quello per che quivi venuto era. E però a sé Bellisano e Ascalion chiamò e disse loro: - Che facciamo noi? Che perdimento di tempo è il nostro? Venimmo noi qui per vedere le mura d’Alessandria? Quando vi piacesse, a me molto saria caro d’intendere a quello per che qui siamo venuti. La nimica fortuna ci ha assai tolto di tempo: ora che contro alla forza di lei qui siamo pervenuti, non ce ne togliamo noi medesimi, però che il perderlo a chi più sa più spiace -. A cui Bellisano rispose: - Ciò che dite assai mi piace, e però facciasi -. Chiamato adunque Dario, in una camera tutti e quattro tacitamente si misero, e postisi sopra un ricco letto a sedere, Bellisano cominciò a Dario così a parlare: