< Filocolo < Libro quinto
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Libro quinto - Capitolo 13
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Salito il sole nell’aurora, Filocolo e’ suoi compagni si levarono e il cammino verso Partenope ripresono; e già le tenebrose oscurità della forata montagna passate, vicini al luogo dall’albero disegnato pervennero. Quivi vaghi di vedere cose nuove, non sappiendo il luogo né trovando cui domandarne, vanno con gli occhi investigando, e ciascuna grotta pensano essere la domandata fonte: ma quella nascosa da frondi, quanto più cercano più s’occulta. Ciascuno guarda se vedesse alcuno che, domandandolo, li certificasse. Niuno veggono; ma Parmenione ascoltando udì di lontano risonare l’aere di tumultuose voci, per che chiamati gli sparti compagni, disse: - Se noi in quella parte andiamo ove io sento romore di gente, leggieri ci sarà quello che cerchiamo trovare -. Piacque a tutti l’andarvi: seguitano il suono, il quale, essendo da loro, quanto più andavano, più chiaro udito gli fa certi non deviare per pervenire a quello: al quale, dopo non gran quantità di passi, lieti pervennero, e videro alquanti pastori raccolti sotto fresche ombre fare i loro montoni urtare insieme, e in merito del vincitore corone d’alloro essere poste da una parte; i quali, quando ad urtare venieno, ciascuno i suoi con voce altissima aiutava; e questo a vedere dimoravano più altre persone, per accidente quivi, sì come costoro, venute. Filocolo co’ suoi fu con festa a vedere ricevuto; ove dimorato alquanto, fé uno de’ pastori domandare della nascosa fontana. Questi li disegnò il luogo, profferendosi di mostrarla, se a guardare non avesse la vincitrice mandria. Queste parole udirono due speziosissime giovani quivi venute con loro compagnia a vedere, le quali, reputando non picciola cortesia agli strani giovani piacere, dissero: - Signori, ella è a noi notissima, né greggia, né altro impedimento ci occupa che mostrare non la vi possiamo, se i nostri passi seguire non isdegnate -. Alle quali Filocolo: - Niuna altra cosa dubitavamo, se non di non essere degni di seguire così care pedate, quando altrui che voi, di ciò che cerchiamo, dimandammo; ma poi che a voi piace verso di noi per vostra virtù essere cortesi, procedete, certe che contentissimi siamo di seguirvi -.

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