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Libro secondo - Capitolo 71
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Fu da molti la novella portata con lieto viso al re Felice della morte del siniscalco e della liberazione di Biancifiore: e chi la vi portò credendolo rallegrare, e chi per lo contrario. E narrandogli molti per ordine ciò che stato era nel campo tra’ due cavalieri, e ancora il miracolo della vermiglia luce, e ciò che confessato avea il siniscalco avanti la sua morte, il re in atto fece vista di maravigliarsene molto, ma gravosa e sanza comparazione noiosa gli era all’animo tal novella; ma per non scoprire ciò che infino a quell’ora avea con fermo viso tenuto celato, con atto lieto si mostrò contento di ciò che avvenuto era, e così disse: - In verità che a me molto è a grado che Biancifiore sia da tal pericolo scampata, poi che colpabile non era, però che io l’amo quanto cara figliuola, avvegna che assai mi duole della morte del mio siniscalco, il quale io infino a qui per leale uomo e valoroso avea tenuto. Ma poi che tanta malvagità occultamente in lui regnava, alquanto mi contento che a tal fine sia pervenuto. E se io voglio ben considerare tutto ciò che da voi m’è stato detto, io veggo manifestamente me essere molto tenuto agl’iddii nostri; e similemente conosco me da loro molto essere amato, veggendo che essi inver di me tanta benivolenza dimostrano, che essi non sofferano che nella mia corte alcuna iniqua cosa sanza punizione si faccia, per la quale la mia etterna fama potesse da alcuno ragionevolmente essere contaminata -.

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