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Mentre la notte con le sue tenebre occupò la terra, i giovani si riposarono, e la mattina levati, accesero sopra gli altari di Marmorina accettevoli sacrificii al sommo Giove, a Venere, a Giunone, a Nettunno e ad Eolo e a ciascuno altro iddio, pregandoli divotamente che per la loro pietà porgessero ad essi grazioso aiuto nel futuro cammino. E fatti con divozione i detti sacrificii, s’apparecchiarono per montare sopra l’adorno legno con la loro compagnia nobile e grande. Ma venuti alla riva del fiume, videro quello con torbide onde più corrente che la passata sera non era: per la qual cosa mutato consiglio, comandarono a’ marinari che la nave menassero nel porto d’Alfea, e quivi li attendessero. E essi, fatti venire i cavalli, e montati, con molte lagrime dal re e dalla reina, e dagli amici, e da’ parenti, dando le destre mani, dicendo addio, si partirono; e lasciata Marmorina, al loro viaggio presero il meno dubbioso cammino.