< Fiore
Questo testo è completo. |
Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
CXLVII
◄ | CXLVI | CXLVIII | ► |
CXLVII
La Vecchia.
«Per tutto ’l mondo i’ era ricordata,
com’i’ t’ho detto, de la mia bieltate,
e molte zuffe ne fur cominciate,
4e molta gente alcun’ora piagata;
ché que’ che mi crede’ aver piú legata,
assa’ i mostrav’i’ piú di duritate:
le mie promesse gli venian fallate,
8ch’altre persone m’avieno inarrata.
Per molte volte m’era l’uscio rotto
e tentennato, quand’io mi dormia;
11ma giá per ciò io non facea lor motto,
perciò ched i’ avea altra compagnia,
a cui intender facea che ’l su’ disdotto
14mi piacea piú che null’altro che sia.»
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.