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Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
II
I III

II

L’Amante e Amore.

     Sentendomi ismagato malamente
del molto sangue ch’io avea perduto,
e non sapea dove trovar aiuto,
4lo Dio d’amor sí venne a me presente,
e dissemi: «Tu sí sai veramente1
che tu mi se’ intra le man caduto
per le saette di ch’i’ t’ho feruto,
8sí che convien che tu mi sie ubbidente».
     Ed i’ risposi: «I’ sí son tutto presto
di farvi pura e fina fedeltate,
11piú ch’Assessino al Veglio o a Dio il Presto».
E quelli allor mi puose in veritate
la sua bocca a la mia, sanz’altro arresto,
14e disse: «Pensa di farmi lealtate».

Note

  1. [p. 381 modifica]son. 2, v. 5. Pur conoscendo il pregevole ed acuto studio del Casella, ho integrato, qui ed altrove, il verso con la particella «sí» (cfr. il v. 9). Notò il Bertoni che lo studio della lingua del Fiore ci autorizza pienamente ad intercalare il sí pleonastico.

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